Il 17 maggio di 49 anni fa veniva assassinato l’ispettore Luigi Calabresi. Era il 1972 e l’Italia attraversava una delle sue fasi storiche più difficili, i cosiddetti “anni di piombo”. Oggi, come consueto, c’è stata una commemorazione in questura a cui hanno preso parte il prefetto di Milano, Renato Saccone, la vedova Gemma Capra, i figli e nipoti dell’ispettore, e il governatore Attilio Fontana.
Mario Calabresi: «Gli arresti non ci cambiano»
Alla luce degli arresti avvenuti poche settimane fa in Francia, tra cui anche Pietrostefani che fu coinvolto insieme ad Adriano Sofri nell’omicidio dell’ispettore, la cerimonia assume una valenza particolare.
«Io credo che quello che ha fatto la Francia sia soprattutto un gesto simbolico, non faccio troppo affidamento sul fatto che queste persone in tempi brevi tornino in Italia – ha detto il figlio ed ex direttore del “La Repubblica” Mario Calabresi – .Quest’anno la commemorazione è tornata inaspettatamente d’attualità per gli arresti francesi però non cambia molto, noi giustizia pensiamo di averla avuta e le verità le conosciamo. Si è messo fine a un’anomalia, cioè che ci fossero degli assassini liberi e protetti in Francia».
«È fondamentale ricordare. Lo è ancora di più quest’anno in cui qualcosa di importante è stato fatto nei confronti di alcuni dei responsabili di stragi», è stato invece il commento del Presidente Attilio Fontana.