Si è spento a 95 anni Nedo Fiano, uno degli ultimi testimoni della Shoah. A darne l’annuncio il figlio Emanuele, parlamentare tra le fila del Pd: «Papà ci ha lasciati. Ci rimarranno per sempre le sue parole e il suo insegnamento, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere. Non avrò mai io la forza che ebbe lui e che lo fece risalire dall’abisso, ma da lui ho imparato che per le battaglie di vita e contro ogni odio bisogna combattere sempre. Questo ci ha insegnato la memoria che lui ha contribuito a diffondere. Sia lieve a papà la terra che lo accoglie e sempre su di noi la sua mano ci protegga».
Una vita da testimone. Nedo Fiano si è spento ieri sera nella casa di riposo di Milano dove era ricoverato da alcuni anni insieme alla moglie. Proprio a Milano si era trasferito alla fine della guerra, dove si laureò alla Bocconi e cominciò a lavorare nel settore industriale. Qui però inizio anche il suo incessante lavoro di testimone dell’Olocausto collaborando assiduamente con il centro di documentazione ebraica di Milano.
Fiano visse a Firenze un’infanzia in isolamento a causa delle leggi razziali. Venne poi arrestato con 11 menbri della sua famiglia nel ’44 e venne deportato ad Auschwitz con un terribile viaggio nei vagoni blindati, che Nedo ha raccontato per molti anni a generazioni di ragazzi ed adulti. Sul braccio aveva ancora stampigliato il numero di matricola A5405 e lui fu l’unico della famiglia a fare ritorno. Quel maledetto numero diede anche il titolo al suo libro “A5405 Il coraggio di vivere”.