Saremo Sanremo: Mattia Bonetti, cantastorie di mondi sommersi

Camminando per corso Matteotti a Sanremo, un cartello colpisce i passanti.

 

«Musica d’autore? (Ne) esiste un’alternativa!». Dietro, un giovane cantante con un basco un po’ bohemienne e con quella carica di vitalità che si rispecchia alla perfezione in un sorriso. Il suo nome è Mattia Bonetti, venticinquenne di Carrara.

Anche lui, come molti altri artisti, contribuisce ad animare le vie della città dei fiori con una proposta musicale lontana dalle dinamiche del red carpet. «Sanremo è un’occasione per farsi conoscere e stringere nuovi contatti», racconta. E come dargli torto: lo scorso anno fu notato da Red Ronnie che lo ospitò nel suo show. In fondo la musica è una forma sublime di arte con tante sfaccettature. Qualunque canale è valido per farla conoscere.

«Ogni mio disco è un concept album». La sua ultima creazione, Hybris, è una lunga narrazione in cui ogni storia-canzone ruota attorno all’omonimo concetto così caro agli antichi greci.

I pezzi parlano di protagonisti volenterosi di ribellarsi agli dei, al fato, ma irrimediabilmente una punizione più grande di loro mette fine alle proprie ambizioni. La musica di Mattia è anche un modo per raccontare quei mondi sommersi colmi di vita ed avventura, pur spesso inosservati e abbandonati all’indifferenza.

Proprio l’osservazione è alla base della sua musica: «La mia è una poetica del saccheggio». E parafrasa De André, l’immortale cantastorie degli ultimi. Porta con sé sempre una piccola agendina dove appunta lo scorrere quotidiano che, come un fiume in piena, passa davanti ai suoi occhi.

Molte delle sue storie provengono da un vissuto personale. Il mio ultimo giorno di prigione, brano con cui ha anche vinto il premio Bertoli, nasce dal lavoro di educatore nei carceri attraverso laboratori musicali.

Nella sua visione, la musica è «uno strumento universale che racconta, ma soprattutto unisce e insegna la condivisone. Per me questo significa underground». E, in nome di quella condivisione, porta per le strade tante altre canzoni dei suoi colleghi appartenenti a questi vivido mondo “sottotraccia”.

Forse un po’ ombreggiato come un sentiero, ma il luogo giusto per ripercorrere emozioni e riscoprire la riflessione.