Casalini giudica l’Olimpia: «Coppa Italia una boa, ora c’è il mare aperto»

Coppa Italia una boa, ora c’è il mare aperto. Casalini: «Non è decisiva, ma tra vincere e perdere c’è una bella differenza»

Casalini Olimpia

Alla vigilia del match di Eurolega contro il Khimki, in programma domani alle 20.45 al Forum di Assago, abbiamo sentito Franco Casalini, storico coach dell’Olimpia (oggi commentatore Eurosport), che allenò dal 1987 al 1990 e con la quale vinse uno scudetto, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.

 

Casalini, che Olimpia vede dopo la Coppa Italia?
«Esce certamente delusa dal weekend di Pesaro. Con un roster e le possibilità che ha, Milano parte sempre per vincere quindi uscire prima della finale e non vincere crea rammarico. Ma come già successe due anni fa, con una sconfitta ancor più cocente contro Cantù, seppe riprendersi subito. E questa è la via da seguire. La Coppa Italia è una tappa, una boa della stagione, ormai passata. Ora c’è il mare aperto e bisogna ripartire».

Pensa che Milano sia in grado di farlo?
«Credo assolutamente di sì, Milano sa ripartire. Ha giocatori di grande esperienza ed energie giovani che possono supportare bene i più esperti, se non sostituirli, in caso di eventuali defaillance. Le motivazioni ci sono tutte, sono in corsa in campionato così come in Eurolega. Bisogna non perdere la fiducia».

Hanno inciso gli infortuni?
«Al giorno d’oggi si fanno le squadre molto lunghe apposta, prevedendo ci siano infortuni e mettendo a roster i sostituti. Ogni giocatore ha il suo valore, la sua incidenza nel rendimento: ovvio che gli infortuni contano, perché Ettore in certi momenti con tutti a disposizione avrebbe avuto più scelta su chi far giocare. Però non credo che incida più di tanto perché Milano ha un roster talmente lungo che dovrebbe essere capace di sopperire alle assenze».

La partita col Khimki.
«Non possiamo ancora dire sia fondamentale, ma tra vincere e perdere c’è un bel divario, anche per la consistenza degli avversari. È un’occasione ghiotta da prendere al volo per tenersi in corsa per un posto ai playoff».

Quanto conta giocare al Forum?
«Nelle competizioni internazionali ormai è quasi come giocare sempre in campo neutro, il fattore casa si sente in pochissime occasioni. Ma vista l’enorme difficoltà che fanno tutti in Eurolega a vincere in trasferta, creare un fortino tra le mura amiche è un dovere. E Milano quest’anno ha già ottenuto risultati importanti davanti al proprio pubblico. Se c’è un vantaggio, in una competizione dove ormai si gioca anche ogni due giorni, è di non dover viaggiare. Un piccolo vantaggio che va sfruttato».

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