“Piazze Aperte”, come Porta Genova diventa pedonale

Porte Aperte
Porte Aperte

La cosiddetta “urbanistica tattica” sbarca a Porta Genova. E lo fa con “Piazze Aperte” per un progetto di riqualificazione che vedrà la luce tra meno di un mese, in occasione del Salone del Mobile (dal 9 aprile). L’iniziativa, dopo aver portato vitalità e colore in piazza Dergano e piazza Angilberto II, prenderà forma nel corso di questa settimana con i primi lavori per trasformare il piazzale di fronte alla stazione in un’area pedonale vivibile e ordinata grazie alla posa di strutture mobili e materiali a basso costo.

«La riqualificazione di una delle piazze più frequentate e di passaggio della città migliorerà l’utilizzo dell’area attorno alla stazione, creando un presidio e migliorando la qualità dello spazio pubblico – spiega l’assessore comunale alla Mobilità, Marco Granelli -. L’obiettivo è inaugurare la nuova area durante la Design Week, quando centinaia di migliaia di persone transiteranno in quest’area della città».

I lavori prevedono la pedonalizzazione del piazzale e del tratto tra via Ventimiglia e via Barbavara, per un totale di 4.100 metri quadri di aree che si aggiungono ai 1.200 metri quadri già pedonali, con il mantenimento sia del transito del trasporto pubblico, sia dell’accesso carraio per i residenti di piazzale di Porta Genova 2. Il percorso dall’uscita della fermata della M2 alla passerella Biki verrà colorato con strisce bianche e blu, lungo le quali verranno posate panchine, piante, vasi e rastrelliere. Verranno eliminati alcuni posti auto, per lo più irregolari, mentre la fermata dei taxi verrà spostata all’esterno dell’area pedonale.

L’intervento lascia inalterata la circolazione tra via Vigevano, corso Colombo e via Valenza, mentre sarà vietato ai veicoli privati attraversare la parte interna della piazza. Saranno mantenuti sia la stazione del Bike sharing, sia il chiosco presente sulla piazza, che verrà spostato di pochi metri. E ancora: nell’ambito del progetto di intervento complessivo su tutte le fermate della linea tramviaria 2 finalizzato a migliorarne l’accessibilità e in coerenza con la pedonalizzazione del piazzale di Porta Genova saranno riqualificate le fermate del tram e del bus 74.

Il progetto “Piazze Aperte”, realizzato in collaborazione con Bloomberg Associates e il supporto di Nacto Global Designing Cities Initiatives, e per la parte di implementazione, grazie ai patti di collaborazione del Comune di Milano, con la collaborazione dell’associazione Retake Milano e il Colorificio Sammarinese, segue gli obiettivi di sostenibilità e rigenerazione urbana di Milano 2030: valorizzare le piazze quale luoghi di aggregazione al centro dei quartieri, migliorare lo spazio pubblico, ampliare le aree pedonali e fruibili e promuovere forme sostenibili di mobilità a beneficio dell’ambiente e della qualità della vita in città.

“Piazze Aperte” segue gli esempi di successo realizzati in grandi città del mondo come Bogotà a Buenos Aires, Sao Paulo, New York City e Los Angeles, Addis Abeba, e Bombay e a Milano, con gli interventi sperimentali di Piazzale Angilberto II e Piazza Dergano realizzati lo scorso settembre, ha trovato l’apprezzamento di molti cittadini.

Che cos’è l’urbanistica tattica
Ecco come l’assessore Maran lo spiegò a Mi-Tomorrow

L’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, lo scorso 27 novembre spiegò a Mi-Tomorrow genesi, sviluppo e futuro dell’urbanistica tattica tanto in voga in città. «È un tema che seguiamo sin dagli inizi – ha spiegato -. Tutto è nato grazie al prezioso supporto della Fondazione Bloomberg, che mette a disposizione consulenze da parte dei principali esponenti dell’amministrazione di quando New York era governata da Bloomberg». In concreto: «Solitamente abbiamo un’idea, che va poi progettata, mandata in gara d’appalto e a distanza di anni realizzata. Sono tempistiche purtroppo difficilmente comprimibili. La grande novità data da questi interventi risiede invece nei tempi rapidi: dall’idea all’inaugurazione passano pochi mesi e queste tempistiche strette consentono peraltro di evitare particolari errori nell’intervento definitivo».