«La Fidal aiuterà l’Atletica Riccardi»

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L’atletica leggera italiana sta cercando di uscire da un periodo di magra a livello di risultati che non ha conosciuto precedenti nello scorso millennio. Problemi di visibilità, di strutture, particolarmente tangibili nella realtà milanese, dove da poco è arrivata la buona notizia dello spostamento in città del Golden Gala.

Un evento che ha avuto un duplice effetto: il rifacimento dell’Arena Civica ma anche la chiusura della stessa con la conseguente crisi dell’Atletica Riccardi. Fabio Pagliara, segretario della Fidal, riconosce nell’olimpismo e nella ricerca del talento il core business, ma allo stesso tempo spinge per un’evoluzione.

Pagliara, come può rischiare di scomparire una realtà così importante?
«La buona notizia in questo senso è che il presidente Giomi ha individuato come proposta per il prossimo Consiglio Federale di inserire un fondo per aiutare le società in difficoltà. Ovviamente a questo dobbiamo unire la creazione delle condizioni sul posto».

A Milano persiste un grosso, grossissimo problema di impiantistica.
«Speriamo e riteniamo che la sistemazione dell’Arena possa essere volano di interesse per tutta la Lombardia. Il Golden Gala dovrebbe portare all’Arena dei lavori strutturali importanti. Il XXV Aprile dovrebbe finalmente essere utilizzabile a breve».

Quanto contano i problemi di scarsa visibilità?
«Chiaramente dobbiamo essere attori della digitalizzazione. Pensare ancora oggi a livello di marketing di cercare lo sponsor per una copertura televisiva non porta da nessuna parte. Abbiamo la fortuna di avere una nicchia di tesserati e appassionati che rappresentano un valore ma dobbiamo accompagnare le società verso una forma di modernizzazione».

Quanto aiuta, in questo senso, avere gente come Tortu e Tamberi?
«Siamo in un momento storico estremamente favorevole. La campagna di Tortu per una nota azienda di telecomunicazioni è stata una fonte di sviluppo straordinaria. A loro aggiungo diversi giovani che stanno venendo fuori in discipline di minor immagine ma di grande sacrificio, come la Palmisano o la Giorgi. C’è una ripresa vera e la ricaduta di questi talenti è estremamente forte».


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