Torniamo indietro di qualche giorno, in controtendenza con lo spirito di Mi-Tomorrow, alla notizia del camionista che sventa un suicidio. Ma a volte è necessario, soprattutto con notizie che evaporano troppo velocemente. Penultimo venerdì mattina, poco prima delle 8.30. Un ragazzo di 19 anni vuole buttarsi da un cavalcavia sulla tangenziale esterna di Milano. Il traffico si blocca, arrivano le forze dell’ordine e i soccorsi.
Un camionista si ferma appena sotto il ponte, con il ragazzo sopra di lui seduto sul cornicione pronto a lanciarsi nel vuoto. Ci parla, cerca di creare quel contatto necessario a evitare il peggio. Lo ascolta, e non sapremo mai cosa si siano detti in quei momenti, drammatici, urgenti. Ma, evidentemente, il dialogo tra i due funziona, al punto che il ragazzo desiste dal compiere il gesto estremo e salta sul tetto del camion sul quale nel frattempo l’autista era salito per provare a convincerlo.
Una storia che da tragica si trasforma in un episodio di speranza e di rinascita, in tutti i sensi. Una persona in difficoltà, nel momento in cui non solo sta meditando ma sta tentando concretamente di mettere in atto un gesto fatale per se stesso, incontra una persona immersa nella fatica quotidiana che però sente il bisogno di fermarsi, di ascoltare, capire e fare qualcosa, aiutare.
Due persone che il caso ha voluto fare incontrare. Il camionista, dopo aver salvato il ragazzo, è ripartito: doveva consegnare il suo carico, delle mozzarelle, in tempo e i minuti a disposizione erano pochi. Il suo lo aveva fatto e il giovane era nelle mani sicure dei soccorritori. La Polizia però lo ha rintracciato e lo ha ringraziato per aver compiuto un atto decisivo, che forse è il caso di definire, in modo proprio e non per retorica, eroico. Il camionista si chiama Gabriel Bocra, è rumeno e vive in Italia da 8 anni.
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