Conservare bene il cibo, impariamo come si fa

L'ultimo allarme su alluminio e plastica è stato lanciato dal Ministero della Salute Signorelli (San Raffaele): «Sono materiali che possono interferire con i processi biologici»

Conservare bene il cibo

Cucinare i cibi a contatto con l’alluminio, o conservarli in modo scorretto nella plastica, potrebbe rappresentare un pericolo per il benessere.

 

L’ultimo allarme è stato lanciato dal Ministero della Salute: secondo gli esperti il metallo contenuto nella carta stagnola e in alcuni contenitori potrebbe infatti migrare nei cibi, portando così a un «superamento della dose massima stabilita» con «potenziale rischio per la salute per fasce vulnerabili della popolazione».

A confermarlo è Carlo Signorelli, docente di Igiene all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

In cosa consiste il pericolo maggiore?
«L’alluminio è un metallo estremamente diffuso nelle nostre cucine, ma può rappresentare un pericolo per la salute dell’uomo se entra in contatto con determinati alimenti. Diversi studi condotti dall’Istituto superiore di sanità e dal Comitato nazionale per la sicurezza alimentare hanno confermato che il rilascio del metallo da utensili o imballaggi è condizionato dalle loro modalità d’uso e da altri fattori, quali tempo, temperatura, stato fisico e composizione dell’alimento».

Quali possono essere le principali conseguenze dell’uso scorretto?
«In caso di continua e ripetuta assunzione, l’alluminio può accumularsi in diversi organi e tessuti come fegato, reni, ossa e tessuto adiposo, e interferire con diversi processi biologici con conseguenti effetti tossici e infiammatori».

Può essere dannosa anche la pellicola?
«In commercio esistono pellicole realizzate in vari materiali, di cui il più diffuso è il pvc. Sebbene sia molto performante, non è purtroppo adatto a ogni utilizzo a causa della presenza di plastificanti, come gli ftalati. Inoltre, in fase di produzione industriale, questo materiale porta alla formazione di inquinanti clororganici con il possibile rilascio di cloruro di vinile e di additivi quali piombo o composti organostannici. Un’ottima alternativa è rappresentata da pellicole in polietilene, materiale che non contiene plastificanti e che, dal punto di vista chimico, risulta più sicuro quando viene a contatto con qualsiasi alimento».

Passando al rischio botulino, come è possibile evitare problemi durante la conservazione dei cibi?
«Poiché la tossina botulinica viene distrutta solo alle alte temperature, il riscaldamento dei cibi in vasetto e in scatola, tramite bollitura per almeno dieci minuti, ne garantisce l’eliminazione. Al contrario, cotture a temperature più basse possono distruggere alcune tossine, ma esistono forme altamente resistenti che necessitano di una vera e propria sterilizzazione. Anche l’acidificazione e il contenuto in sale contribuiscono a controllare lo sviluppo del batterio riducendo quindi la possibilità dello sviluppo di microrganismi».

Quali sono gli altri rischi più comuni legati alla conservazione degli alimenti?
«In generale, il pericolo più comune consiste nella contaminazione da parte di microrganismi (virus o batteri), che può causare infezioni e si verificano spesso come conseguenza a cattiva igiene, utilizzo di attrezzature contaminate, e contatto tra cibi crudi e cotti. I veicoli alimentari implicati più di frequente comprendono i prodotti della pesca, le preparazioni alimentari combinate, le uova, la carne suina e i loro derivati».

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