Stefano Storti: «Io, personal trainer di quartiere»

L’outdoor training non è certo un’attività da prendere alla leggera: ecco l'ultima trovata del coach Stefano Storti dedicata ai milanesi

stefano storti
stefano storti

Stefano Storti, milanese classe’69, è anche un mental coach: «Lavoro da 30 anni nel mondo dello sport e ho deciso di abbracciare questa nuova figura professionale perché mi sono reso conto che sempre di più l’aspetto mentale incide fortemente sul miglioramento delle prestazioni».

 

Stefano Storti, la storia

Stefano Storti, milanese classe 1969, ha capito che l’outdoor training può avere tanti altri sbocchi: non è un’attività da prendere alla leggera e non tutti ne sono consapevoli. Di qui, ecco l’idea del personal trainer di quartiere.

L’intervista al personal trainer

Storti, com’è nata l’idea?
«Volevo fare qualcosa per il mio quartiere, che ruota attorno a viale dei Missaglia. Mi piace aiutare le persone a migliorare il proprio benessere fisico e volevo offrire un’opportunità per far vivere di più questa zona. L’outdoor training è un momento di inclusione, di ritrovo: è fare tutti insieme sport in una grande palestra all’aria aperta».

Come vi allenate?
«Si parte con 10 minuti di riscaldamento, a passo di corsa o cammino, a seconda delle proprie esigenze fisiche. Successivamente riguardiamo questa parte con degli esercizi di coordinamento mirati, seguita dallo stretching. Infine, con le panchine, le altalene o quello che il parchetto del quartiere ci mette a disposizione, eseguiamo dei lavori funzionali di tonificazione, variando anche il tipo di esercizio da svolgere».

Quanto dura?
«Un’ora, dalle 10.00 alle 11.00, tutte le domeniche. Il ritrovo è in viale dei Missaglia 13».

È aperto a tutti?
«Non ci sono particolari controindicazioni e non serve nessuna preparazione particolare: possono partecipare tutti, dai ragazzi di 14 anni fino ai più grandi. Ad esempio mia madre, che ha 70 anni, viene sempre ad allenarsi con noi».

Ha avuto una buona risposta?
«Per adesso ci sono una decina di persone, ma l’obiettivo è quello di coinvolgere sempre più gente possibile in modo da far vivere, sentire e vedere il quartiere in un’altra ottica. Anche se il mio grande sogno sarebbe un altro…».

Quale?
«Replicare il modello negli altri quartieri di Milano, così che ogni zona promuova lo sport e l’inclusione tra le persone che ci abitano. Penso ad una “competizione” tra quartieri: sembra un’utopia, ma mai dire mai».

Redenzione della periferia?
«Vuoi le cronache, vuoi il degrado, le periferie tornano sempre ad essere sinonimo di disagio. Questo progetto serve per far capire che ogni zona ha le sue, nel bene e nel male».

Le Olimpiadi del 2026 sono e saranno una grande opportunità.
«Sicuramente. Già con Expo 2015, Milano è cresciuta tantissimo. Adesso bisogna sfruttare questa scia con i Giochi: si deve lavorare sulle infrastrutture sportive, ma anche i milanesi amplieranno i loro orizzonti, interessandosi e “mangiando” di più lo sport».

Come si è preparato per essere un personal trainer?
«Ho studiato al vecchio Isef, ma oggi in questo mestiere conta soprattutto l’esperienza sul campo. Lavoro da oltre 30 anni nel mondo dello sport ed è l’esperienza lavorativa che mi ha forgiato e reso quello che sono oggi».

stefano storti
stefano storti