Solidarietà, nulla di straordinario

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Solidarietà. Un cartello nell’atrio del palazzo. Una semplice scritta: «Se qualcuno ha bisogno della spesa o di due chiacchiere al telefono, o sul pianerottolo, ecco il mio numero di telefono».

 

Solidarietà ai tempi del coronavirus

Succede anche questo a Milano in questi giorni. Perché abbiamo consapevolezza che le categorie più a rischio siano gli anziani e le persone malate. Oppure perché sappiamo che la vicina, che è mamma e non può permettersi tate o babysitter, ha difficoltà a gestire figli e lavoro da casa nello stesso tempo e magari un piccolo aiuto può essere utile se non essenziale.

O anche, semplicemente, perché la solitudine può essere un moltiplicatore di paure, di ansie, di angosce. Piccoli gesti, fatti in sicurezza, senza mettere a rischio nessuno, ma che possono contribuire, anzi, migliorare la vita del nostro vicino o della nostra vicina. Milano può essere anche questo, in questi giorni difficili. Dobbiamo fare i conti con delle restrizioni inevitabili, misure necessarie per fare sì che questa emergenza finisca nel più breve tempo possibile.

Solidarietà, l’attenzione per i più deboli

Ed è in questi momenti che attenzioni in più verso le persone più esposte, più deboli, più in difficoltà sono necessarie. Lasciare la spesa fuori dall’ingresso di casa di una persona anziana, per esempio, senza costringerla a uscire in questi giorni in cui il contagio, può causarle più di un problema.

Sentir dire che «tanto questo virus è letale solo per i vecchi» è parecchio triste e fa perdere speranza nella nostra specie. Ogni essere umano è importante, può sembrare una banalità eppure è così. Possiamo fare molto anche noi, come singoli, rispettando le indicazioni delle autorità sanitarie.

Possiamo essere solidali, l’uno con l’altro, anche in questa difficoltà. Scopriremmo, forse, davvero, cosa significa la Milano col cuore in mano. Anche per questo #noisiamomilano.

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