Chi vuole gli Oh Bej Oh Bej oltre il Castello?

Oh Bej Oh Bej
Oh Bej Oh Bej

Come da tradizione, intorno al ponte di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, e dell’Immacolata, ritorna la Fiera degli Oh Bej Oh Bej. Si inizia domani e si va avanti per quattro giorni fino a domenica. Non ci sono novità rispetto a come si svolge la fiera dal 2006. La cornice è quella del Castello Sforzesco con 25.000 metri quadrati su cui si sistemano circa 400 espositori.

Secondo il Comune, il 70% dei banchi è legato a temi natalizi ma, oltre ai venditori di presepi, ci saranno rigattieri, venditori di regali, fiori, libri, oggetti d’artigianato. L’ingresso è gratuito e gli orari di apertura al pubblico sono dalle 10.00 alle 22.30. Secondo alcuni calcoli sulle presenze, da qualche anno la manifestazione più seguita ed apprezzata dai milanesi è un po’ in calo. Ancora oggi, tuttavia, attira in città moltissimi visitatori rimanendo un evento classico a cui partecipare, soprattutto in vista dei regali natalizi.

LA STORIA • La fiera ha una storia alle spalla davvero lunga, risale al Medioevo, alla fine del XIII secolo. L’origine del nome sembra più recente, è datata 1510 e pare derivi dalle esclamazioni di gioia dei bimbi milanesi all’ingresso in città dell’inviato papale Giannetto Castiglione che portò loro dei doni. Da qui l’espressione lombarda “Oh bej! Oh bej!” che si traduce in italiano “Oh belli!, oh belli!”.

Dal 1886 la fiera si svolge intorno alla Basilica di Sant’Ambrogio, addobbata a festa in occasione del Santo Patrono della città. Pochi anni fa la svolta: nel 2006 arriva il trasferimento degli Oh Bej Oh Bej in piazza Castello, sempre molto suggestiva ma decisamente meno tradizionale.

DUBBI • Dopo soli dodici anni la scelta di piazza Castello è di nuovo tornata in discussione. Il Municipio 1 lo scorso 15 novembre ha votato all’unanimità il parere negativo sulla fiera degli Oh Bej Oh Bej in piazza Castello. Secondo il suo presidente, Paolo Arrigoni, bisogna riportare la fiera in Sant’Ambrogio affiancandola ad altre otto di piccole dimensioni. Ma non è tutto. Anche altri presidenti di Municipio sono a favore di una “redistribuzione” della festa ma, a differenza di Arrigoni, in un modo ancora più ampio che coinvolga tutta la città.

Secondo Giuseppe Lardieri, presidente del Municipio 9, si può pensare ad un’edizione degli Oh Bej Oh Bej diffusa, alla maniera della prima della Scala: «Nella mia zona – afferma – ci sono tanti spazi idonei come Dergano, la stazione di Affori, Niguarda con lo spazio cooperativo e l’auditorium, possiamo dare incentivi ai commercianti sulla Cosap e le spese per la sicurezza per favorire il loro arrivo nei quartieri». Per Palazzo Marino la sede di piazza Castello è fuori discussione. Per ora gli Oh Bej Oh Bej diffusi sono solo una suggestione.