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14. 05. 2024 04:12

Ivan Basso rimane ancora in sella: «Nessuno vuole una Milano senza bici»

Ivan Basso, due volte vincitore del Giro d'Italia, ha iniziato da Milano la sua nuova annata con il team Polti Kometa

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Ivan Basso, due volte vincitore del Giro d’Italia, ha iniziato da Milano la sua nuova annata con il team Polti Kometa, forte di un accordo triennale che rafforza non solo gli obiettivi, ma che migliora anche la dinamica della squadra dal suo passaggio alla categoria ProTeam. I giovani sono una priorità, come spiegato a margine della presentazione della squadra dall’ex scalatore varesino.

Le parole di Ivan Basso

«Gli obiettivi per una squadra della nostra categoria si ripetono anno per anno. Speriamo di avere l’invito al Giro d’Italia che per noi è fondamentale e da lì costruiremo il resto della stagione. Polti per me vuol dire Bugno e Gotti, avere questo sponsor sulla maglia è un motivo di grande orgoglio».

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Il ciclismo per Ivan Basso

«Che cosa manca al ciclismo italiano per tornare a quei livelli? Bisogna solo pensare a come arrivarci. Noi siamo i primi a volerlo ma c’è solo un modo per farlo, lavorare. Continuiamo a fare quello che stiamo facendo, nonostante Covid, guerre, crisi energetica e altre situazioni che ci hanno comunque permesso di andare avanti».

Ivan Basso e Milano

Neanche quest’anno il Giro d’Italia si chiuderà a Milano. «Il Giro d’Italia resta il Giro d’Italia, a prescindere da dove finisce. Io ne ho vinto uno a Milano e uno a Verona, ma il rosa resta speciale a prescindere da tutto. Io nel 1984 andavo a Borgotaro con la mia maestra a vedere passare la corsa…».

Ivan Basso, non solo ciclismo

Parlare di ciclismo vuol dire parlare anche di sicurezza sulle strade, a Milano e non solo: “Il mio lavoro mi occupa già tantissimo e per parlare delle cose bisogna conoscerle. Nessuno vuole una città senza bici ma non mi piace dire quello che non va bene. Sono sicuro che Milano farà tutto il possibile affinchè le cose funzionino. Il discorso comunque è culturale. Ci sono delle regole precise da rispettare, sia dai ciclisti che dagli automobilisti. I nostri atleti sono dei testimonial e noi come ex campioni dobbiamo riportare quello che il ciclismo ci ha dato».

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