Si è tenuta oggi la manifestazione al Memoriale della Shoah indetta dalla Comunità Ebraica di Milano e dalla Comunità di Sant’Egidio. Una mobilitazione lampo, indetta in tempi brevissimi per rispondere con forza e rapidità alla distorsione di quei tragici fatti che portarono alla morte di milioni di ebrei.
Milano, in centinaia al Memoriale della Shoah, le parole di Fiano
In risposta a quei No Green Pass che hanno sfilato con la casacca a righe dei deportati, le due Comunità hanno indetto una mobilitazione per invitare la società ad opporsi alla banalizzazione di una tragedia che non ha eguali.
Il presidente della Comunità Ebraica di Milano Milo Hasbani è intervenuto per ringraziare il questore che ha concesso con estrema rapidità Piazza Edmondo Sefra perché i cittadini vi si raccogliessero contro la strumentalizzazione in atto.
La coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo e vicepresidentessa al Memoriale della Shoah, Milena Santerini, ha riportato delle parole che Liliana Segre le ha chiesto di pronunciare in sua vece: Questa gente è proprio fortunata, perchè ha potuto solo mimare la sofferenza». Ed ha aggiunto come si stia assistendo ad un tentativo di sviare e sminuire una memoria storica che è impossibile da negare, associandola ad altre vicende. Ma legare la Shoah alle vicende di attualità è distorsione per la Santerini.
A prendere la parola anche il deputato milanese Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Birkenau. Che conserva la casacca a righe leggera con cui il padre tornò dalla prigionia, la stessa che poi prestò a Benigni perché ne realizzasse copie per il film “La vita è bella”. Un invito, quello di Fiano, a non dimenticare la portata della tragedia che ha visto morire in quelle casacche milioni di persone.
Che aggiunge come la protesta contro le scelte del Governo possano pure essere legittime «perchè in democrazia il dissenso è il sale della libertà» ma insultare quelle casacche simboleggia che il processo di disumanizzazione voluto allora è ancora in atto.