Cave canem: gli alti e bassi sulla sicurezza degli animali

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L’attenzione nei confronti degli animali è sicuramente un fatto positivo. Negli ultimi 20 anni la sensibilità è aumentata notevolmente e anche la legislazione ha fatto passi da gigante, sul versante in particolare dei maltrattamenti e degli abbandoni, specie nel periodo estivo. Siamo tutti più consapevoli che cagnolini e gattini hanno dei diritti.

Detto questo, c’è un problema di ribaltamento del contesto, anche qui a Milano. Per esempio, nei parchi pubblici, nonostante ci siano ormai aree cani attrezzate e curate, è praticamente la norma vedere cani che corrono negli spazi assegnati ai bambini, senza guinzaglio né museruola. Nessuno dei proprietari che si interroghi sul fatto che forse, a qualche bimbo, i cani facciano paura.

Per non parlare di altri luoghi pubblici. Se sono in un bar e sto bevendo un caffè o sto facendo un aperitivo, non è detto che mi faccia piacere che un simpatico amico a quattro zampe poggi la sua testa sulle mie gambe. Per fare sintesi, il fatto che ci sia un’aumentata sensibilità nei confronti degli animali, giustissima, non può voler dire automaticamente che i “padroni” dei cani si sentano autorizzati a dare per scontato che ciò che a loro va bene stia bene anche agli altri.

È una semplice questione di reciprocità e di rispetto. Chi vuole stare in un parco senza che un pitbull o anche un più innocuo barboncino faccia la pipì o venga ad annusare mentre si è sdraiati sull’erba non è un mostro insensibile. Chi non ama la compagnia dei simpatici quadrupedi ha il dovere di non maltrattarli, sia chiaro.

Ma, forse, ha anche il diritto di non essere circondato continuamente e di sentirsi apostrofato in malo modo appena fa notare di non gradire la presenza di un cane di fianco a sé. C’è posto per tutti, basta un po’ di rispetto in più, magari anche un grado maggiore di dialogo.


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