Conte e la comunicazione del Governo presa a calci dal Grande Fratello

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Non siamo al Grande Fratello. Questa è vita reale. E siamo all’inizio di un’altra settimana durante la quale vi trasmetteremo i bollettini della guerra contro il nemico Covid-19. Siamo anche reduci da un altro sabato sera dove i cardini della comunicazione, quelli che abbiamo studiato sui libri, sui banchi delle università e soprattutto nella vita reale, sono stati presi a calci. Già, perché non può valere sempre tutto.

 

Mi spiego perché. Se un Governo, nel mezzo della più grave crisi dal Dopoguerra, decide di bloccare gran parte delle attività produttive del Paese, dovrebbe prima scrivere il provvedimento, estrapolarne un testo chiaro alla stampa sotto forma di comunicato e poi, semmai, trasmettere un intervento del Presidente del Consiglio (sarebbe sempre preferibile una conferenza stampa aperta a qualche timida domanda dei giornalisti).

Invece no. Qui si è preferito trasmettere un videomessaggio dalla pagina Facebook personale del premier (non da quella di Palazzo Chigi) e lasciare le redazioni (e quindi tutti i cittadini) senza alcuna indicazione chiara su quali siano i settori fermi e quali le fabbriche chiuse.

Insomma, senza poter chiarire ai nostri lettori i dettagli di un provvedimento senza precedenti nella storia italiana. Giuseppe Conte e il suo portavoce Rocco Casalino hanno scelto una comunicazione “emozionale” nella tarda serata di sabato per annunciare misure che entrano in vigore solo oggi. Il sospetto è che ancora una volta si sia scelta prima la salvaguardia dell’immagine (e del consenso), mettendo in secondo piano i principi di una corretta comunicazione in uno stato d’emergenza.

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