Per chi arriva a Milano da un’altra città, il primo impatto può non essere semplice e deve essere sempre stato così, visto che oltre 500 anni fa, quando Leonardo da Vinci arrivò in città, i suoi primi passi in terra meneghina non furono facili. Ieri come oggi, la prima cosa da fare è cercare di avere delle buone relazioni con i locali: Leonardo lo capì subito ed entrò in contatto con i fratelli De’ Predis, esperti d’arte e persone conosciute in città.
Bastò davvero poco e questi intuirono subito l’abilità, il talento ed il genio di Leonardo e lo accolsero a casa, nei pressi della chiesa di San Vincenzo in Prato (zona Ticinese). Il loro fu un vero e proprio investimento sulla genialità di Leonardo: Insieme, infatti, aprirono una bottega e non dovettero aspettare molto per ricevere il primo incarico: la Confraternita dell’Immacolata Concezione richiese una pala per l’altare della loro cappella nella chiesa di San Francesco Grande (oggi scomparsa: era nei pressi dell’attuale Università Cattolica).
L’opera, un trittico, venne realizzata dividendosi i compiti: le parti laterali spettarono a due dei fratelli De’ Predis, la parte centrale a Leonardo. Il lavoro, però, non soddisfò particolarmente i committenti che si aspettavano qualche cosa di diverso, anzi di più classico: il lavoro di Leonardo, infatti, era troppo moderno ed innovativo. La Madonna non era circondata da putti, ma era dentro una grotta. Leonardo aveva appena creato la Vergine delle Rocce.
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