Invecchiamento e natalità: e se fossimo veramente un’idrovora?

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I recenti dati sulla proiezione nei prossimi dieci anni dell’età media della popolazione lombarda, sull’invecchiamento e sulla natalità, ci pongono di fronte a degli interrogativi che non possiamo più eludere. Mentre nel resto della Regione la popolazione invecchierà, gli ultra 70enni aumenteranno del 16% e i giovani under 18 diminuiranno del 7%, a Milano la situazione sarà diversa.

 

La città infatti sta attraendo in particolare giovani e sebbene poco si faccia per incentivare la natalità (su questo qualche domanda le istituzioni anche comunali dovrebbero porsela), essa sarà decisamente più giovane rispetto al resto della Lombardia. Se non capiamo subito che questo non sarà un vanto, ma un serio problema per la nostra città e per l’hinterland, ci troveremo di fronte a scogli insormontabili.

Il tema demografico sarà fondamentale nei prossimi anni. Vanno studiati incentivi alla natalità: migliori condizioni lavorative per le giovani coppie, un welfare statale e comunale che le aiuti (e magari anche una nuova politica per la casa: un bilocale è quasi inaccessibile, come si pensa che una coppia possa fare pure un figlio?), nuovi tempi di lavoro.

Ma anche questo non basterà, se Milano non tornerà, come faceva in passato, a gettare lo sguardo fuori dai propri confini cominciando a guardare ciò che succede fuori, mettendosi a disposizione del resto del Paese, a partire dalla Lombardia.

Altrimenti la sensazione che la città continuerà a dare a tutto quello che sta fuori di essa è quella di una gigantesca idrovora, che risucchia il meglio di ciò che arriva all’esterno, che si abbevera di sapienza e talenti, lasciando però aride le lande del contado. Creando un solco difficilmente colmabile, di differenze, di condizioni, persino di linguaggio. Con il rischio che ciò faccia nascere un profondo risentimento da un lato e un disprezzo altezzoso dall’altro.


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