Coronavirus, con l’emergenza il re è nudo: la necessità di fermarsi e informare

Informare o non informare. La notte tra sabato 7 e domenica 8 marzo di questo 2020 passerà alla storia sotto tanti aspetti.

 

In primis, è stata la notte di un decreto pieno di restrizioni delle libertà personali, tale da passare alla storia della Repubblica. La frenesia con la quale è circolata la bozza del DPCM ha fatto scattare reazioni incontrollate, al punto che la nostra redazione ha scelto volutamente di pubblicare il testo della legge solo a firma avvenuta, quindi a notte fonda dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte. E’ tutto surreale, insomma.

Un po’ come la televisione pubblica che non ha previsto una finestra informativa in diretta nel momento clou, se non con il canale di Rai News 24. Al contrario, si è distinta Mediaset che col Tg5 ha aggiornato minuto per minuto quanto stava accadendo, cioè la messa in quarantena della regione più produttiva del Paese.

Nessuno, a Palazzo Chigi, pagherà per gli errori e per aver messo nel panico milioni di persone con una semplice velina. Discutibile, a nostro avviso, resta la volontà di far virare un documento privo di ufficialità. Il risultato sono state le centinaia di persone che si sono assembrate (in barba ad ogni prescrizione) alla stazione di Porta Garibaldi per salire sui treni notturni diretti al Sud. Per poi ritrovarsi, stamattina, in quarantena forzata su disposizione dei governatori di quelle regioni finora meno toccate dall’emergenza coronavirus.

Recupereremo la nostra libertà, pian piano. Ma ora è il caso di fermarsi. Seriamente.