Milano è come un polmone: si allarga di giorno quando arrivano lavoratori e studenti da ogni luogo – limitrofo e non – e si rilassa di sera, quando quelli che vengono definiti “city users” tornano nei propri paesi di residenza, svuotando la città di abitanti temporanei, ma non per questo con meno diritti.
Il tema del pendolarismo e del trasporto pubblico è centrale se si vuole davvero che la nostra città raggiunga il livello delle altre grandi metropoli internazionali. Parliamo spesso di città-stato, di autonomia, ma poi a livello concreto non riusciamo a risolvere il primo problema che ancora impedisce a Milano e al suo hinterland di essere una realtà territoriale davvero integrata.
La difficoltà che la stragrande maggioranza dei pendolari incontra ogni giorno per spostarsi verso la città è sotto gli occhi di tutti: treni cancellati, ritardi, vagoni carichi come carri bestiame. Per non parlare poi della questione dei biglietti e degli abbonamenti. Senza un trasporto pubblico capillare, efficiente e comodo da usare Milano e la sua provincia non riusciranno mai a diventare una metropoli moderna.
Se poi, all’interno di questo contesto, non c’è una cooperazione tra le istituzioni le speranze si riducono. Il conflitto, i conflitti tra Regione e Milano (e molti comuni limitrofi) mostrando con evidenza il rischio che dal centralismo statale si passi a un centralismo regionale, geloso del proprio potere e delle proprie prerogative.
Ma la realtà dimostra sempre di più con il passare del tempo che la nostra città può e deve essere dotata di poteri decisionali diversi e maggiori rispetto ad altre realtà. La sua particolarità e il suo successo stanno nel grado di autonomia che essa può riuscire a raggiungere su molti temi e aspetti della vita quotidiana. Capirlo in tempo e tornare a cooperare, invece di litigare, è fondamentale per il nostro futuro.
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