C’è un sospetto che, se fosse davvero fondato, diventerebbe gravissimo nei confronti di chi ci governa. Ad alimentarlo ci ha pensato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «E’ molto probabile che l’errore relativo all’indice Rt della Lombardia non riguardi solo il periodo dal 15 al 30 dicembre ma abbia registrato una sopravvalutazione dal 12 ottobre, da quando guariti e deceduti non sono stati scorporati dai pazienti positivi».
Se così fosse, chi risarcirebbe ulteriormente il mondo del commercio, della ristorazione e dei servizi fortemente penalizzato a novembre dalla zona rossa per tre settimane e a gennaio per una settimana. Nulla dimostra oggi che la Lombardia, lo scorso autunno, non avesse numeri da dichiararne la fascia più dura, ma è altrettanto evidente la necessità di chiarire.
«Una richiesta che da parte nostra ci sentiamo di fare è che ci sia dato il modo di capire cosa è successo dal 12 ottobre e se l’errata classificazione della Lombardia riguardi solo la decisione presa dal 15 gennaio – ha aggiunto Gori – , o se invece anche prima di Natale sia accaduto che l’Rt sia stato calcolato più elevato, quindi se siamo stati solo una settimana in zona rossa per sbaglio o siamo stati penalizzati altre volte».
Una chiarezza dovuta anche al mondo della scuola che solo da oggi ha potuto rialzare la testa, abbandonando, seppur gradualmente e parzialmente, la didattica a distanza.