Alla scoperta del Liceo Artistico Giovanni XXIII: «Pratichiamo l’affettività empatica»

liceo artistico giovanni xxiii
liceo artistico giovanni xxiii

Una scuola fuori dai propri confini che si sviluppa nelle strade, in giro per le città, persino nelle case private. E’ l’esperienza del Liceo Artistico Giovanni XXIII, un liceo artistico privato, da sedici anni guidato da Bice Congiu: a Mi-Tomorrow spiega come funziona il suo istituto.

Cosa può spingere una persona a prendere in mano una scuola già esistente?
«Quando ho rilevato la società avevo in mente alcune idee, volevo realizzare una scuola particolare, inclusiva, accogliente, attenta alla sfera affettiva: erano anni in cui non si parlava di inclusione. E’ stato allora che ho sviluppato il principio dell’affettività empatica».

In cosa consiste?
«E’ il principio cardine della nostra scuola: è l’impegno per fare vivere i ragazzi in un clima significativo in cui trasmettere cultura».

L’affettività viene prima della cultura?
«Noi lavoriamo su due livelli: facciamo cultura ovvero creiamo emozioni e passioni e curiamo l’aspetto formativo, in sintesi prima viene l’affettività e poi l’istruzione».

Come curate l’aspetto formativo?
«Da subito, a settembre i ragazzi vengono nella mia casa sul Lago Maggiore: l’obiettivo è trovare il titolo per l’anno scolastico, il filo rosso da seguire».

Quanto dura il soggiorno?
«Tre giorni: è un momento importante perché si inizia l’educazione al pensiero verticale di ragazzi che hanno ricevuto input al pensiero orizzontale».

Riesce ad ospitare tutti gli studenti nella sua casa?
«E’ una casa grande, in grado di ospitare molte persone, c’è il giardino: comunque gli studenti dormono in albergo. Vengono a gruppi, si fermano tre giorni, in tutto questo momento dura 15 giorni».

Si studia soltanto?
«No, si mangia assieme, ci si conosce».

Gli studenti come reagiscono?
«Bene, sperimentano un modo diverso per relazionarsi con gli insegnanti in una cornice naturale. Ci sono momenti di dialogo ma anche di silenzio, si lavora nei laboratori, si fanno video, si scrive, si fa musica».

In che modo si pratica il silenzio?
«Chiediamo che per cinque minuti ci si isoli, da soli o in gruppo».

Immagino che i telefoni siano banditi.
«Lo sono anche a scuola. Vede, in questo modo li faccio entrare a casa mia, nella mia famiglia».

Quale titolo avete ideato per questo anno scolastico?
«La libertà di fallire».

A scuola come prosegue il percorso?
«Tra ottobre e novembre si svolge il mese veneziano, tutte le classi si recano a Venezia per la Biennale. Poi ci sono tanti altri viaggi programmati duranti l’anno».

La gita è un momento importante dell’anno scolastico?
«Queste non sono gite nel modo in cui le si intende solitamente, è la scuola che si fa in un altro posto. A maggio, ad esempio, si farà un corso di barca a Camogli, è l’occasione per un rapporto diverso con il mare».

Ci sono attività particolari anche a scuola?
«Certo, ricordo i concerti con aperitivo con le famiglie e lo spettacolo teatrale che abbiano fatto a gennaio con insegnanti e genitori che si sono ritrovati sul palco: sono occasioni per fare partecipare i genitori alla vita scolastica, per creare un humus culturale con i figli».

Quando finiscono le attività scolastiche?
«A luglio a Tagliata di Cervia facciamo una vacanza formativa con gli insegnanti».

Non sono eccessive tutte queste iniziative?
«No, riusciamo a svolgere tutte le ore scolastiche, tutte le lezioni».

Cosa fa chi non può partecipare?
«Noi facciamo un calendario, chi non può venire resta a scuola. I costi comunque non sono alti, per partecipare a tutte le iniziative ci vogliono circa 1.500 euro».

Che rette si pagano al Giovanni XIII?
«Rette normali di una scuola normale, non siamo una scuola elitaria».

Riuscite ad accogliere tutte le richieste?
«Ci proviamo ma quando le classi sono piene dobbiamo fare le liste di attesa».

Cosa fanno gli studenti dopo il liceo?
«Chi esce da qui può fare di tutto, c’è chi va all’estero e chi si iscrive alle facoltà umanistiche: noi curiamo molto la preparazione umanistica, facciamo filosofia dal primo anno».

Fondato nel 1984
Un biennio comune, poi tre indirizzi
Il Liceo Artistico Giovanni XXIII è stato fondato nel 1984 da monsignor Ruggero Badiale, dal 2003 è diretto da Bice Congiu. A partire dall’anno scolastico 2013-14 il Liceo offre ai suoi 240 studenti la possibilità di scegliere, dopo il Biennio comune, tre indirizzi di studio: arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimediale.

L’Istituto è una scuola laica, non confessionale, legalmente riconosciuta e paritaria, gestito da oltre dieci anni dalla Gieffegi Srl, società di formazione che opera anche nell’ambito della prima infanzia attraverso le sue strutture dedicate ai più piccoli.

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Tel. 02.58.31.47.18
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