Al liceo Tito Livio il latino si sposa con la danza

Tito Livio
Tito Livio

A Milano c’è la Scala e tantissime scuole di danza private, ma mancava un liceo coreutico pubblico. Quattro anni fa il liceo classico Tito Livio ha deciso di aprirsi a questa nuova esperienza e ora le classi che fanno lezione sulle punte sono otto. Giorgio Galanti è appena stato nominato preside della scuola di via Circo, in pieno centro.

 

Giorgio Galanti
Giorgio Galanti

In questo momento il mercato del lavoro è alla ricerca soprattutto di competenze scientifiche. Perché scegliere il liceo classico?
«Il classico dà una formazione generale e approfondita, e aiuta i ragazzi a imparare un buon metodo di studio, fondamentale per qualsiasi scelta vogliano fare una volta diplomati. Inoltre al Tito Livio proponiamo diversi tipi di potenziamenti, per approfondire alcuni temi: scientifico, storico-artistico, musicale, teatrale e lingua cinese».

Vi capita che arrivino ragazzi che hanno scelto il classico solo perché era un desiderio delle famiglie?
«Ci sono alcuni casi, ma la percentuale è minima. A tutti gli open day spieghiamo che per scegliere bene è necessario mettere insieme tre elementi: la conoscenza del proprio figlio da parte dei genitori, l’ascolto del consiglio orientativo della scuola media e la scelta del ragazzo».

Nell’offerta formativa è prevista anche l’attività di scavo archeologico…
«Le classi del potenziamento storico-artistico partecipano ad attività archeologiche che si svolgono in alcune località della Sicilia e della Campania. E’ un lavoro molto importante perché i ragazzi possono toccare la storia con mano».

Come è nata l’idea del liceo coreutico?
«Era da tempo che la scuola riceveva questa richiesta da parte delle famiglie, perché per i ragazzi che studiano danza ad alti livelli non è facile conciliare questa passione con l’impegno che comporta frequentare un liceo. Nel 2016 si è pensato allora di creare qui il primo liceo coreutico di Milano. Le materie tradizionali vengono insegnate dai docenti del classico e in più ci sono tutte le discipline che riguardano la danza».

Una parte degli studenti è stata spostata da via Circo alla succursale di via Gozzadini e per questo ci sono state alcune polemiche…
«E’ successo l’anno scorso. Qualche genitore non gradiva che i figli facessero qualche fermata di metropolitana in più per andare a studiare nella succursale di San Siro. In realtà quella sede è molto più adatta alle lezioni di danza perché le aule sono molto più grandi e credo che qualche altro studente chiederà di trasferirsi lì. Se i licei del centro intendono ingrandirsi e ampliare la loro offerta formativa non possono che cercare nuovi spazi in zone semi-periferiche».

Come mai lavorate in collaborazione con l’Accademia di Roma e non con la Scala?
«Tutti i coreutici d’Italia, che sono una quarantina, devono fare riferimento all’Accademia Nazionale di Roma, che ha il monopolio delle graduatorie dei docenti. In più quasi tutti hanno una convenzione con la stessa Accademia di Roma. Ciò significa che al secondo anno sono i loro insegnanti a valutare il livello degli studenti. La Scala ha invece un suo liceo coreutico interno».

Quanti sono i maschi?
«Anche se il film Billie Elliot ha fatto una bella pubblicità allo studio della danza da parte dei ragazzi, restano comunque ancora pochi. Da noi sono circa l’8%».

INFOGRAFICA
Via Circo 4, Milano
02.87.50.43
mipc20000g@pec.istruzione.it


www.mitomorrow.it