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25. 04. 2024 10:02

Maran racconta il futuro urbano di Milano: «Una nuova modalità operativa»

Maran spiga come il progetto Reinventing Cities sta cambiando il volto di Milano: l'intervista

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I numeri sembrano incoronare Milano regina del bando Reinventing Cities.

«La formula di questo bando è nata a Parigi nel 2015 con Reinventer Paris. Una volta valutata la sperimentazione francese stavamo pensando come Comune di fare una cosa simile a Milano. Poi è subentrato il contesto internazionale, che ha sicuramente aiutato. Ecco perché per i progetti della prima edizione eravamo prontissimi: questo successo ha rappresentato anche un volano per coinvolgere Roma nella seconda edizione e per raccogliere più investimenti per tutta l’Italia».

Qual è la grande novità del bando?

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«Di solito il pubblico mette in vendita le aree al miglior offerente dal punto di vista economico. In questo caso c’è sì una base d’asta che rappresenta il valore minimo del bene ma il vincitore è chi presenta il miglior progetto sul fronte ambientale con parametri fissati a livello internazionale. Il vero sforzo, per i progettisti, non è alzare la posta economica ma migliorare la proposta progettuale».

Due siti inclusi nel bando non hanno ricevuto proposte o sono state ritenute non idonee. Ci si ragionerà comunque?

«Premettiamo che, pur con un tasso di successo altissimo, è nell’ordine delle cose che qualche sito possa fallire l’obiettivo. Detto questo, sul mercato di Gorla sono in corso interlocuzioni per recuperare quel progetto sempre con finalità sociali, mentre per l’area di via Monti Sabini stiamo provando ad aggiornare i numeri. Ci siamo resi conto che il quadro delle richieste in termini di servizi pubblici da noi prospettato era eccessivo rispetto al valore reale dell’intervento urbanistico».

Recentemente due dei sette siti della nuova edizione hanno ricevuto un vincolo: rallentamenti a parte, i progetti sono a rischio?

«Riteniamo giusto tutelare alcune testimonianze preziose, ma il vincolo che è stato adottato ci sembra eccessivo. Siamo comunque fiduciosi e ottimisti che la gara andrà a buon fine».

La seconda edizione è ancora in corso, si sta già pensando alla terza?

«Siamo in una fase pre-elettorale, questa seconda edizione chiude l’attuale mandato del sindaco con un messaggio chiaro: gli enti pubblici possono selezionare come sviluppare le aree in base al progetto e non semplicemente venderle. Speriamo che questa modalità operativa resti sempre cara alla nostra città».

 

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