Porta Nuova continua a rigenerarsi, altre torri e addio alla stecca?

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Porta Nuova

Porta Nuova, forse il più riuscito esempio di rigenerazione urbana degli ultimi vent’anni in Europa, si espande ancora inglobando un nuovo tassello: parliamo di 260mila metri quadri lungo via Melchiorre Gioia, per un miliardo di investimenti che lambiranno la Stazione Centrale e ridisegneranno un altro pezzo di città con 20mila metri di nuovi spazi pubblici.

 

Tutto parte da Gioia 20, Pirelli 35, Gioia 22 e Pirelli 39, acquistati in tempi recenti da Coima. Il masterplan complessivo ha già ottenuto l’ok della commissione paesaggio e sarà svelato in primavera: Gioia 22 sarà pronta a fine 2020, i due edifici firmati Citterio-Viel spunteranno sui terreni di Gioia 20 entro il 2022, mentre a gennaio si sceglierà il progettista dell’ex Telecom di Pirelli 35. Quanto al Pirellino, dopo la clamorosa asta di marzo, il Comune ha incassato negli scorsi giorni i “famigerati“ 194 milioni di euro. A marzo un concorso deciderà il futuro della torre e della stecca orizzontale che scavalca via Melchiorre Gioia. Ed è a questo punto che si inizierà a ragionare anche sugli spazi pubblici.

L’idea di Coima è di realizzare un corridoio verde lungo dieci chilometri – fino all’area ex Expo – che scorra lungo i binari collegando lo scalo Farini, la Bovisa e l’area in via di sviluppo nei pressi di via Stephenson. Come anticipato dall’ad di Coima Manfredi Catella, il Comune dovrà avere il ruolo di regia tra i vari interventi. L’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ha già accettato la sfida, contemplando ogni scenario possibile: anche la demolizione della stecca. Ha infatti chiesto una soluzione che superi l’ostacolo rappresentato da quel grande incrocio tra via Gioia, via Pirelli e via Sassetti.

In alcune delle visioni già circolate, la stecca su Melchiorre Gioia è sostituita da un più classico ponte pedonale, mentre quella più ambiziosa scoperchia quel tratto di Naviglio Martesana, cancella la stecca e dà spazio a un grande anello alberato sospeso sopra l’incrocio e aggrappato a due nuovi edifici a gradoni (con tetti verdi) che scendono verso le due metà di parco, garantendo così la ricucitura e predisponendosi come una sorta di anfiteatro per il pubblico in occasione degli eventi culturali proposti dalla Biblioteca degli Alberi.


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