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12. 05. 2024 21:15

Dazi di Milano al bando, Vasseur: «Non toglieteci Le Trottoir»

Il Comune vuole riassegnare le concessioni e il locale di piazza XXIV Maggio deve chiudere. La storica proprietaria: «Stanno distruggendo la memoria di Pinketts»

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Michelle Vasseur, proprietaria de Le Trottoir, parla a Mi-Tomorrow della situazione dello storico locale. Il 1° luglio il Comune di Milano ha fatto sapere che aprirà una gara pubblica per assegnare in concessione per 12 anni tre ex caselli di sua proprietà: i due ex dazi di piazza Cinque Giornate e il casello est di piazza XXIV Maggio. Non c’è ancora una data per l’apertura di tale gara, ma Palazzo Marino ha reso note le linee di indirizzo della procedura a evidenza pubblica che prevede l’assegnazione degli spazi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Per i 140 metri quadri di ciascun casello di piazza Cinque Giornate si parte da 41.618 euro di canone annuo, mentre per i 335 metri quadri dell’ex dazio est di piazza XXIV Maggio la base d’asta è di 44.987 euro. Gli spazi sono destinati ad attività espositive, commerciali e di ufficio. «Obiettivo del bando è che la valorizzazione sociale e culturale dei caselli accompagni quella economica – spiega l’assessore al Bilancio e Patrimonio, Emmanuel Conte –. Una doccia fredda. È quella caduta addosso a Michelle Vasseur, proprietaria de Le Trottoir, l’iconico locale degli artisti che da 20 anni anima gli spazi dell’ex dazio est di piazza XXIV Maggio.

Le Trottoir, intervista a Michelle Vasseur

Michelle, quando è scaduto il vostro bando?
«Nel gennaio 2022. Abbiamo avuto un incontro con Comune e Demanio per trovare un nuovo accordo, ma ci hanno preannunciato che sarebbe uscito un bando. Nell’attesa, non potendosi rinnovare la concessione, ci hanno lasciato rimanere alle stesse condizioni di sempre, spiegandoci che data la nostra storia avremmo avuto ottime possibilità di aggiudicazione».

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Poi cos’è successo?
«A marzo di quest’anno, senza alcun preavviso, ci è arrivata una comunicazione di sgombero. Ho chiesto un incontro al Comune, nell’ambito del quale ci hanno semplicemente notificato che entro il 28 aprile avremmo dovuto essere fuori. Preciso che nel frattempo abbiamo sempre corrisposto quanto dovuto al Comune».

Un fulmine a ciel sereno…
«Abbiamo otto dipendenti e un’attività commerciale avviata, abbiamo riqualificato una struttura che quando l’ho presa io nel 2003 era stata due anni a morire perché non la voleva nessuno. Ora è tornata a essere brillante. Per il momento siamo ancora qui grazie all’azione del nostro avvocato, nell’attesa di fare ricorso al Tar».

Sala Pinkets
Sala Pinkets

Cos’è Le Trottoir oggi?
«Esiste da 32 anni, da quando l’ho fondato nella vecchia sede di corso Garibaldi. Oggi come allora è un punto di riferimento per i creativi, tutte le sere si esibiscono artisti, fra gli altri abbiamo lanciato Malika Ayane, Philippe Daverio faceva lezioni gratuite qui da noi. E poi Andrea Pinketts, che a Le Trottoir ha scritto tutti i suoi libri e che in questa sede ha una sala dedicata, un patrimonio d’arte realizzato da Jean Charles Metiaz nel 2003, all’apertura, un affresco stupendo che ho restaurato durante il Covid».

Cosa farete, oltre che partecipare al bando?
«Esprimere la nostra indignazione con azioni di flashmob. Nel casello di fronte arriva l’Enel, come possiamo combattere con queste multinazionali? Andrea Pinketts si rigira nella tomba, lui che ha dato tutto per Milano e per Le Trottoir, lui che da Milano nel 2021 ha ricevuto la Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica alla memoria, nella motivazione della quale è citato proprio Le Trottoir come sua seconda casa e ufficio ideale. Stanno distruggendo il profumo culturale che abbiamo creato qui».

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