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08. 05. 2024 17:14

Elezioni Regionali 2023: crolla l’affluenza, la cosa vi sorprende?

Se nessuno va più a votare un motivo ci sarà, non trovate?

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Elezioni Regionali 2023 in Lombardia e nel Lazio, un crollo dei votanti enorme che ha i suoi motivi in radici tanto lontane quanto attuali. Già, perché se da una parte la cosa non sorprende, dall’altra dovrebbe invece far riflettere tutta la classe politica e dirigente italiana, non solo quella delle due regioni prese in esame. Due regioni, è giusto ricordarlo, che sono il traino di tutto il paese, uno dal punto di vista economico (la Lombardia) e l’altro istituzionale (il Lazio).

Elezioni Regionali 2023, i dati sull’affluenza

Partiamo da dati: alle ore 23:00 di ieri sera in Lombardia aveva votato il 32,65% degli aventi diritto, con un drastico calo rispetto all’ultima tornata elettorale regionale, quella del 2018, del 35,74%. Che tradotto significa: se cinque anni fa erano andati a votare, alla stessa ora, circa due lombardi su tre, oggi ne è andato uno solo. Certo, a parziale scusante c’è da dire che nel 2018 si votava in un solo giorno, la domenica, e in abbinata con le elezioni politiche; ma, si sa, il lunedì non porta mai questa grande massa di gente che si muove per andare nelle scuole dove vanno i propri figli per lasciare la propria preferenza.


Elezioni Regionali 2023, i perché di un’affluenza così bassa 

Alla fine della tornata elettorale si è arrivati al 41,54%. Le cose non sono andate di certo meglio nel Lazio, dove alle 23 di domenica sera avevano votato il 26,28% degli aventi diritto, con un calo del 40,27% rispetto al 2028. Il dato finale è stato dello 42.92%. Ma perché gli italiani non vanno più a votare? Questa è una domanda che dovrebbero porsi tutti: gli italiani stessi, che la risposta ovviamente ce l’hanno già; ma anche i politici di tutti gli schieramenti e di tutte le istituzioni, siano esse nazionali, regionali, provinciali o comunali. A Milano, nelle elezioni comunali del 2021 che hanno visto la riconferma di Beppe Sala e sindaco della città (Sindaco impegnato più a sottolineare che Palazzo Marino ha deciso di avere una sola fila ai seggi per uomini e donne, per evitare le discriminazioni di persone transgender, più che incentivare le persone a recarsi alle urne), aveva votato appena il 47,69%, vale a dire meno di un milanese su due: vi pare una cosa normale? 

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Elezioni Regionali 2023, la disaffezione degli italiani e la voglia di farsi giustizia da soli

Alla base di tutto, ovviamente, c’è questo alone di malessere da parte degli italiani attorno alla politica. I soliti cliché che accompagnano i politicanti non muoiono mai («Sono tutti dei ladri», ma anche «Pensano solo ai fatti loro» e ancora «Non gli interessa delle persone normali» e «Guadagnano troppo», ma la lista potrebbe non finire mai…), ma se da una parte rimangono dei cliché, dall’altra bisogna ammettere che un fondo di verità lo hanno, eccome. Perché i candidati alle regionali sono andati nei mercati rionali, nelle onlus, negli ospedali, nelle scuole e in tutti i posti dove potrebbero essere a stretto contatto con le persone solo ora, in campagna elettorale? Perché invece di parlare solo con banche e dirigenti vari non cercano di vivere la territorialità, come fanno ad esempio gli esponenti dei municipi comunali?

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Dai Municipi alle elezioni regionali 2023, la gavetta che manca ai politicanti potrebbe essere la soluzione

Ecco, forse la medicina a questo male potrebbe essere proprio questa: perché non fare che anche i politici debbano seguire la classica «gavetta»? Perché non obbligarli a «guadagnare punti sul campo», ad occuparsi prima delle questioni locali, proprio come fanno i presidenti di municipio e i rappresentanti degli stessi, di maggioranza e opposizione? Solo così le persone potrebbero vedere in questi uomini e donne delle figure alle quali potersi affidare. E non parlo di fare il Sindaco, ma proprio il presidente di un municipio. Ma chi l’ha mai vista Letizia Moratti? E Pierfrancesco Majorino? Attilio Fontana ha mai fatto il presidente di un Municipio? E Mara Ghidorzi? E ci fermiamo ovviamente ai quattro candidati presidenti, che se apriamo l’elenco delle dodici liste che si sono presentate al voto probabilmente si potrebbero tirare fuori un elenco di nomi senza fine. 

Gli italiani, però, vadano a votare

Gli italiani, però, vadano a votare. Lo facciano anche controvoglia, se proprio hanno ribrezzo, ma vadano a votare. È un gesto unico, è il solo modo che si ha per dire «basta» oppure «continuate così». Non c’è un’altra arma a disposizione ed è un peccato privarsene. Su Twitter un utente ha scritto: «Grazie agli elettori lombardi e laziali che hanno disertato in massa le #elezioniregionali dando un bellissimo segnale alla politicuccia italiana di incompetenti e ladri. Tenete duro e domani non andate, è l’unico e ultimo modo che ci rimane. #Lazio2023 #Lombardia #Roma #Milano». La risposta, laconica, di un altro utente a questa esternazione riassume alla perfezione tutto: «Governeranno ugualmente».

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