L’Expat City Ranking condanna Milano: è davvero così?

L’Expat City Ranking, con i suoi oltre 20mila intervistati, rappresenta una delle graduatorie più ampie sulla vita e sul lavoro. A realizzarla ogni anno è InterNations, la più grande comunità globale dedicata a coloro che risiedono all’estero. La notizia? È che non ci sono buone notizie per Milano: su 82 città analizzate in tutto il mondo, il capoluogo meneghino si piazza addirittura al terzultimo posto.

 

A fargli compagnia nel trio delle peggiori, anche l’eterna Roma. Il sondaggio prende in esami i diversi aspetti della vita di ogni espatriato e li suddivide in cinque macroaree: qualità della vita urbana, facilità di ambientamento, vita lavorativa, situazione finanziaria e abitativa e costo della vita locale.

La performance di Milano è tutt’altro che positiva. I diversi “expat” non vanno troppo per il sottile e puntano il dito contro un costo della vita troppo caro. Non vi è neanche compensazione in termini di soddisfazione lavorativa: si lavora troppe ore settimanali e i guadagni sono insufficienti per ottenere uno standard di vita elevato. Per non parlare di tutti i cavilli burocratici del nostro Paese.

Gli stranieri intervistati dichiarano di trovarsi in seria difficoltà con le pratiche di registrazione, nell’accesso all’assistenza sanitaria e perfino nel diventare proprietario di casa. Altra spina del fianco è rappresentata dalla continua instabilità politica, per niente vista di buon occhio al di fuori dei nostri confini.

Non potevamo non tornare in strada per raccogliere le opinioni di milanesi doc e d’adozione. Proprio non ci stanno ad accettare un giudizio così negativo. L’opinione generale è oggettiva nell’indicare il costo della vita milanese piuttosto alto, ma allo stesso tempo si leva un coro di voci all’unisono per premiare la città della Madonnina come la metropoli più attiva d’Italia in grado di offrire opportunità e servizi a chiunque. Ma apprezzeranno pur qualcosa i critici “Expat”? Certo: il cappuccino! A Milano è il più economico del mondo.

PUNTO DI VISTA

MARSECANE, UNIONE STUDENTI

«Ma vivere qui per studiare è un’odissea»

Gianmarco Marsecane
Gianmarco Marsecane

Gianmarco Marsecane è uno dei rappresentanti dell’Unione Studenti milanese e da diverso tempo segue da vicino le problematiche degli universitari. «Sono sempre più gli studenti che si muovono in direzione di Milano carichi di aspettative», spiega a Mi-Tomorrow svelando le loro difficoltà abitative e di ambientamento.

Milano è un polo attrattivo per gli universitari?
«Indubbiamente. E si fa carico di grandi aspettative».

Disattese?
«Più che parlare di aspettative disattese focalizzerei l’attenzione sulle problematiche che riscontrano gli studenti che si trasferiscono a Milano per gli studi universitari».

Quali sono?
«In primo luogo le tasse. A Milano si pagano le rette più alte di tutta Italia. A seguire c’è la difficoltà di trovare facilmente un’abitazione».

Gli studenti non hanno apposite convenzioni per ottenere un posto letto?
«Sì, si accede attraverso un bando. Dopodiché viene stilata una graduatoria stabilita in base al calcolo ISEE del richiedente. Il problema è che i posti disponibili sono veramente pochi ed inoltre chi ne ha diritto deve sbrigarsi ad accettarlo».

In che senso?
«È già successo che l’università affittasse alcuni posti letto come foresteria ad altri studenti. L’operazione viene fatta perché il ritorno economico è più alto. Infatti, così facendo, l’università può affittare gli spazi delle residenze ad un prezzo di mercato».

È legale questa operazione?
«Purtroppo sì».

Come si comporta chi resta fuori dalle residenze?
«È obbligato a trovarsi una stanza in affitto, ma i prezzi in città molto spesso sono fuori budget. E poi sono in molti a proporre contratti in nero».

Gli studenti accettano questi contratti?
«Dipende. Alcuni lo fanno per risparmiare qualcosa, ma ovviamente un contratto in nero non garantisce alcuna tutela. Quindi in molti, piuttosto che accettare, fanno i pendolari su lunghe distanze o affittano per periodi più o meno lunghi stanze su airbnb in attesa di trovare una sistemazione».

Un escamotage molto costoso?
«Certo che sì, ma a volte non hanno altre alternative».

Al di là degli affitti, quanto costa vivere a Milano?
«Negli ultimi anni, dopo Expo, la città si è evoluta. Lo vediamo oggettivamente con il suo nuovo skyline, ma anche attraverso tutte le iniziative che accoglie e le attività che promuove. Questa crescita è ovviamente ricaduta anche sul costo della vita».

E come si comporta uno studente in questo contesto?
«Tende a risparmiare come può. Magari limita le sue uscite serali e mangia più in casa che fuori».

L’accesso ai servizi è agevole per uno studente?
«Dipende dal tipo di servizi. Sui trasporti nulla da dire, ma ad esempio i fuori sede riscontrano ancora grosse difficoltà nell’avere il medico di base in quanto non residenti a Milano».

Come mai?
«Bisognerebbe compilare una semplice richiesta, ma a volte l’iter è molto più lungo e si perde nei meandri della burocrazia».

Come si può migliorare la situazione?
«Le università dovrebbero avere più fondi a disposizione, anche il Comune dovrebbe intervenire in favore di un programma di edilizia per gli studenti. Bisognerebbe seguire le orme delle altre città europee. In tanti luoghi si tassano i servizi di affitti brevi per reperire risorse da destinare a nuove residenze universitarie».

VOX POPULI

Ottavia S
Ottavia S

«Una città al top»

Ottavia S.

39 anni, addetta ufficio universitario

«Dal 2015 è una delle città più interessanti. Certamente questa grande offerta è controbilanciata da un costo della vita più elevato rispetto alle altre parti del Paese, ma resta la città italiana in grado di offrire le migliori opportunità. E poi è una metropoli sempre più internazionale ed ecosostenibile. Basti pensare alla nostra metropolitana che è una delle migliori al mondo e al numero di studenti stranieri che scelgono sempre più Milano come meta».

Francesca Remuzzi
Francesca Remuzzi

«Qui si vive bene»

Francesca Remuzzi

48 anni, segretaria

«Avendo mia sorella qui a Milano vengo spesso e volentieri in città. E ne apprezzo moltissimo la qualità della vita. È una realtà in cui si vive veramente bene. È in forte espansione e continua a crescere giorno dopo giorno. Certo i costi, come in tutte le grandi città, sono più elevati rispetto ad altri luoghi, ma credo siano giustamente compensati con ottimi servizi. In fondo questo è il giusto prezzo da pagare per condurre una vita in una grande metropoli».

Marco Sara
Marco Sara

«Per tutti i gusti»

Marco Sara

23 anni, studente

«È una città che ha tanto da offrire sia in merito ai servizi che alla qualità della vita. Certamente i costi sono più alti della media, ma credo sia normale. In fondo quando pretendi tanto da una città è necessario restituire qualcosa anche a livello economico. Se dovessi trovare una pecca potrei dire che i servizi di trasporto pubblico, a volte, potrebbero essere più efficienti. Tuttavia Milano resta un luogo adatto a tutti i gusti, dove chiunque ha la possibilità di realizzarsi».

Mauro Petturiti
Mauro Petturiti

«Fattibile, anche se…»

Mauro Petturiti

38 anni, metalmeccanico

«Milano è forse la più cara in Italia. Ovviamente prima di trasferirsi qui la scelta va ben ponderata. È necessario avere un impiego sicuro per poter sostenere tutte le spese che la città impone. Mi viene da pensare agli affitti troppo alti. Per non parlare, poi, se decidi di acquistare una casa. Nonostante tutto, si può vivere bene anche qui. In fondo è la città della moda, un luogo che attrae ed offre molto. Bisogna semplicemente trovare la giusta dimensione, senza strafare».

Ismail Mardalena
Ismail Mardalena

«È fuori budget»

Ismaili Mardalena

21 anni, studente

«Sono una studentessa e vivo nell’hinterland milanese. Mi ritrovo quotidianamente a percorrere diversi chilometri di distanza per raggiungere l’università. E devo dire che preferisco fare la vita da pendolare! Qui in città i prezzi sono fuori dalla mia portata. Certamente sarebbe molto più comodo trovare una sistemazione vicino alla facoltà, ma penso sia impossibile. Anche le convenzioni per ottenere un posto all’interno delle residenze universitarie non sono così convenienti».

Raffaella Locascio
Raffaella Locascio

«Tutto in proporzione»

Raffaella Locascio

30 anni, vicedirettore commerciale

«Sono una siciliana trasferita a Milano e non posso far altro che confermare che la qualità della vita qui è ottima. Certo, i prezzi sono quel che sono e devi avere un buon lavoro per permetterti uno standard di vita di un certo livello. Tutto ha un costo in proporzione ai servizi offerti: dall’abbonamento per i trasporti a trascorrere una semplice serata. Però, da immigrata, posso affermare che le possibilità di crescita professionale che ho trovato qui non le avrei trovate altrove».

Andrea Villa
Andrea Villa

«Città sostenibile»

Andrea Villa

58 anni, imprenditore

«Milano è indubbiamente più cara rispetto a qualunque città nelle altre regioni di Italia. Tutto questo è, però, compensato da tanti servizi di qualità e da tantissime opportunità lavorative che non si riscontrano altrove. Quindi chi vuole far carriera a Milano ha la possibilità di trovare qui un’occupazione in linea con le proprie competenze e capacità che gli permetterà di ottenere un compenso adeguato. In questo modo le spese diventano sostenibili per tutti».

Mauro Grande
Mauro Grande

«Non fa per me»

Mauro Grande

46 anni, commesso

«Mi sono trasferito da poco a Milano e per ora la mia esperienza è completamente negativa. Sto incontrando grosse difficoltà a trovare un’abitazione in affitto. Per ora ho visto solo monolocali in periferia a 750 euro al mese. Un prezzo assurdo! E gli stipendi non sono proporzionati. Quando guadagni 1.200/1.400 euro mensili come puoi pensare di sostenere un costo della vita così elevato? Non sono per nulla contento della mia attuale situazione e non vedo soluzioni».


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