10 C
Milano
26. 04. 2024 01:13

Gaia Romani, dalla targa al rapporto con Milano: «Riscopriamo il contatto diretto con i più giovani»

Poco dopo l’insediamento a Palazzo Marino, fece parlare di sé per la richiesta di cambio targa, da assessore ad “assessora”, la delegata a Servizi Civici e Generali del Comune di Milano chiede più ascolto per i ragazzi

Più letti

Sorriso contagioso, Gaia Romani. Che per una volta sveste i panni da assessora ai Servizi Civici e Generali del Comune di Milano – a tal proposito, a proposito di quell’“assessora”, a dicembre fece rumore la sua richiesta di cambio targa a Palazzo Marino – per incarnare quelli, meno ingombranti, di giovane donna milanese. Che vive la città come tutti noi: «Prendo il tram 19 per andare in ufficio, è così comodo…».

Gaia Romani, delegata a Servizi Civici e Generali del Comune di Milano: «Serve investire perché i ragazzi abbiano una sua parte politica rappresentata»

Partiamo forte: da giovane donna, si sente sicura in questa città?
«Io sì, ma non ho la pretesa che chi si sente insicura non sia legittimata a sentirsi tale, anzi. La sicurezza nel nostro paese è in forte aumento, lo dicono i dati, ma è altrettanto vero che c’è una sproporzione enorme nella percezione della stessa tra donne e uomini, tra chi vive in centro e chi in periferia… Insomma, il discorso è ampio».

Da questo punto di vista, come vi state muovendo?
«Stiamo lavorando con “Le urbaniste di Sex and the City”, Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, autrici del Milan gender Atlas, che tra i vari temi affronta anche quello dello spazio pubblico e come viene percepito dalle donne, evidenziando che c’è un forte squilibrio. Anch’io, confrontandomi con le mie amiche, vedo che non esiste un’unica verità».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Altro tema caldissimo, gli studenti fuorisede e i costi da sostenere.
«Gli strumenti ci sarebbero, ma non abbiamo messo in campo alternative. Come quella di far votare le persone fuorisede, ad esempio. È una questione di volontà politica. Non dico sia semplice, ma si può certamente fare».

È un problema di quale natura?
«È dato dalla sottorappresentanza della mia generazione a livello politico. A Milano siamo un’eccezione, perché tanti assessorati sono in mano a giovani e questo è bellissimo, ma ci vuole un investimento serio a livello nazionale per fare in modo che la fascia giovanile aumenti il suo peso e che quell’elettorato abbia una sua parte politica rappresentata. Ciò porterebbe alla luce, ovviamente, nuovi problemi».

Giovani, verde e sostenibilità, temi a cuore anche della cittadina Romani?
«Assolutamente sì. Penso che Milano sia pronta, le persone aspettano con ansia questi 70 chilometri di piste ciclabili per prendere la bicicletta. Ma anche la M4, la Green Week, la Food Policy, tutti temi che Milano porta avanti. E non sono cose da radical chic, anzi. I giovani percepiscono l’urgenza che stiamo vivendo, è un tema di sopravvivenza».

E gli adulti?
«È come se percepissero le news sul cambiamento climatico come troppo allarmistiche, mentre i giovani si rendono conto che il pericolo è serio. Siamo in ritardo, dobbiamo agire il più velocemente possibile».

Altro tema, le donne. Contenta della nuova, possibile Premier?
«Un conto è essere donna, un conto è essere donna femminista. Se sono contenta? Sì, sarei più felice se fosse una donna che parla di politiche per le donne e non solo di donne come madri. Difende (Giorgia Meloni, ndr) lo stereotipo della famiglia tradizionale, quella che storicamente è stata la causa della mancata emancipazione femminile. Diciamo che è dissonante».

Tanto che al Liceo Manzoni si sono ribellati…
«Questo dimostra che i giovani hanno sensibilità politica, anche se, ribadisco, non sono rappresentati a livello istituzionale. Quando i ragazzi mostrano malessere, che sia con un’occupazione o scendendo in piazza, è importante ascoltarli. Ed è fondamentale che si attivino, poi le motivazioni andranno validate».

Quindi era d’accordo con l’occupazione?
«Sicuramente la proposta della preside del 5 in condotta mi ha sorpreso. Capisco le preoccupazioni, ma quello è il momento in cui trattare i ragazzi come interlocutori politici. Percepisco il paradosso: da un lato adulti che dicono che “i giovani sono isolati”, poi quando si attivano provano ad andar loro contro».

La soluzione?
«Credo che negli ultimi anni si sia demandato troppo alle istituzioni scolastiche: è arrivato il momento che comuni e regioni riscoprano il contatto diretto con i ragazzi. Vanno bene bandi e fondi, però poi bisogna anche occuparsi di valori come legalità, trasparenza, curiosità. Non possiamo pensare che tutto si esaurisca nelle ore di educazione civica, dobbiamo essere più presenti nella vita quotidiana dei giovani».

E il sogno di Gaia Romani?
«Lo sto vivendo ora. Ho un’opportunità enorme, fare politica. Non mi aspettavo di averla così giovane, sto studiando per portare a casa risultati. Ho tante idee, ma metterle a terra è difficile: il sogno è imparare ad essere una buona politica».

 

CHI È

Nata a Milano il 28 aprile del 1996, a 16 anni Gaia Romani crea l’associazione “Milano Attiva”. Nel 2016, la candidatura e il ruolo di consigliera al Municipio 8: «L’importante, ad un certo punto, è passare dall’io al noi –, ricorda Romani –: dobbiamo capire che, se il futuro davvero sarà il nostro e noi siamo il presente, non possiamo aspettare che gli spazi ci vengano dati. Se vuoi un’alternativa te la devi costruire, qualsiasi siano il tuo percorso e il tuo lavoro. E, se riesci, una piccola parte del tuo tempo dedicala ad una dimensione collettiva, che sia il volontariato, l’associazionismo o altro. Fai del bene e porta benefici».

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...