Una giornata per i disabili che serve ancora

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I disabili sono la minoranza sociale più numerosa del mondo. Lo dice Disabled World, la realtà web che raccoglie le statistiche internazionali sull’argomento.

 

Si tratta di 650 milioni di persone, il 10% della popolazione del pianeta. Restringendo il campo, secondo l’Istat in Italia le persone con disabilità sono circa 3 milioni, di cui più di 400mila in Lombardia. Domani, in occasione della Giornata internazionale dedicata a loro proclamata dall’Onu nel 1981, la stessa Istat presenterà un nuovo rapporto insieme al Comitato italiano paralimpico e all’Inail.

Al convegno parteciperanno anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le atlete paralimpiche Assunta Legnante e Giulia Ghiretti. La Giornata è un modo per accendere i riflettori sui diritti dei disabili, ma soprattutto su tutto ciò che non è stato ancora fatto per la loro inclusione nella società.

Accessibilità è la parola chiave da cui vogliamo partire pensando a Milano, città frenetica per eccellenza, dove se per un soffio perdi un treno della metropolitana, pur sapendo che dopo un paio di minuti ne arriva un altro, ti senti in dovere di lamentarti.

Chi viaggia sulle due ruote di una carrozzina o ha difficoltà motorie sa bene che è davvero complicato salire sulla M1, sulla M2 e sui tram storici, quelli tanto romantici quanto scomodi, anche per gli anziani. L’associazione Squadra Mobile H, che si occupa di formazione e tempo libero per i disabili, pubblica periodicamente sulla sua pagina Facebook video, chiamati “mappature”, nei quali vengono ripresi ogni volta un percorso in carrozzella sui mezzi pubblici milanesi, denunciando ascensori rotti (quando ci sono) o lunghi tempi di attesa per poter utilizzare i montascale delle metropolitane.

La stessa cosa viene garantita dai Disabili Pirata, che monitorano mezzi pubblici, treni e strade di tutta Italia. In uno dei loro video mostrano, ad esempio, la mancanza di ascensore alla fermata Garibaldi, cosa che rende difficile anche l’accesso alla stazione ferroviaria. Non solo: il montascale, costruito decenni fa, è molto lento e quando è in funzione emette un suono martellante non proprio piacevole da ascoltare.

«Prima di metterti in viaggio, ti consigliamo di chiamare sempre la nostra infoline». Questa è la comunicazione che Atm fornisce alle persone disabili che vogliono spostarsi sulla sua rete. Un messaggio che, secondo Diego Schettino di Squadra Mobile H, «è la prova che ancora nel 2019 i disabili sono cittadini di Serie C» perché nessuna persona normodotata «quando si muove chiama per sapere se si può spostare in modo libero».

Intanto Atm fa sapere che il piano per adeguare le linee metropolitane e di superficie sta proseguendo, innanzitutto con la sostituzione di tutti i 68 montascale sulla M1 e sulla M2 (le fermate della M3 e della M5 sono tutte dotate di ascensori). In più si sta lavorando all’installazione di 15 nuovi ascensori sulla ramificazione per Gessate della linea verde. In particolare sono partiti i cantieri per sistemare le fermate di Cassina de’ Pecchi, Bussero e Gorgonzola, anche con una nuova pavimentazione che prevede l’inserimento dei percorsi per i non vedenti.

Le barriere architettoniche naturalmente non sono un problema solo sui mezzi di trasporto, ma anche sulle strade, sui marciapiedi, nelle sedi degli enti pubblici, degli uffici e nelle case private. Di recente ha fatto molto parlare la denuncia dell’avvocato Guido Demurtas, affetto da Sla, che, per ottenere il certificato di invalidità, è andato a farsi visitare in un ambulatorio. Peccato che la struttura non fosse attrezzata per farlo entrare con lo scooter elettrico che aveva appositamente noleggiato. Risultato? I medici lo hanno dovuto visitare in strada.

Scuole. Un altro problema rilevante resta l’accessibilità alle scuole. Recentemente il Comune ha stanziato 4 milioni di euro per la loro manutenzione, in parte da investire nell’abbattimento delle barriere architettoniche. Lo scorso marzo Palazzo Marino ha approvato il Piano Eliminazione Barriere Architettoniche, ma il monitoraggio è ancora in corso, così come il lavoro di Amat (Agenzia Mobilità, Ambiente e Territorio) per la mappatura della città sulla presenza di gradini, sulle tipologie di pavimentazione e sull’inclinazione delle rampe dei marciapiedi. Insomma, la solita città a due velocità.

3 milioni
i disabili in Italia

695.000
i disabili sopra i 6 anni nelle regioni del Nord-Ovest

413.000
i disabili in Lombardia

4,5%
la popolazione lombarda disabile, in aumento di quasi l’1% rispetto al decennio precedente

1,5%
i disabili lombardi nella fascia 44-66 anni

5%
i disabili lombardi dai 67 ai 74 anni

27%
i disabili lombardi sopra i 75 anni

2,7%
i disabili lombardi con mancanza di autonomia nelle attività quotdiane (Adl)

2,2%
i disabili lombardi con mancanza di autonomia di movimento

2.1%
i disabili lombardi con disabilità grave

Fonte: dati Istat 2015

Un evento al giorno,
da Palazzo Reale al Castello

Proseguono fino al 6 dicembre le iniziative del Comune di Milano Luoghi e momenti dedicati alla disabilità. Domani e mercoledì, dalle 10.00 fino alle 18.00 al teatro Bruno Munari di via Bovio 5, saranno proposti laboratori teatrali e musicali. Giovedì alle 15.00 alla Sala delle Asse del Castello Sforzesco sarà presentata la visita tattile al museo archeologico e al Padiglione Vegetale.

Venerdì 6 dicembre dalle 9.00 alle 13.00 a Palazzo Reale si svolgerà il convegno I luoghi dei servizi: idee a confronto per nuove risposte. Sempre domani l’associazione Atlha, che ha sede nella Cascina Bellaria del Parco di Trenno, dalle 12.00 alle 15.30 organizza Come abitare le disabilità in azienda, un pranzo con «esperienze condivise di contaminazioni sensoriali, per scoprire insieme il valore dell’inclusione» rivolto alle aziende.

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IL CASO 

Daniele Regolo
Daniele Regolo

DANIELE REGOLO
«Con Jobmetoo, garantiamo
un buon lavoro per i disabili»

Quando e perché è nata Jobmetoo?
«Jobmetoo nasce nel 2012 dalla mia esperienza di persona con disabilità, a cui è sempre mancato un riferimento per la ricerca del lavoro».

Quante persone lavorano a Jobmetoo e quante hanno delle disabilità?
«Siamo un team di dieci persone, di cui due con disabilità».

Perché proprio a Milano?
«Milano è la città dei servizi per eccellenza, il contesto ideale per far sviluppare una realtà dal forte impatto economico e sociale come Jobmetoo».

Come funziona?
«Operiamo attraverso un portale che ospita due protagonisti: il lavoratore con disabilità e l’azienda che deve assumere categorie protette. Possiamo dire che non siamo differenti da una classica agenzia generalista, siamo però concentrati su un mercato di nicchia».

Chi si rivolge a voi?
«Gli iscritti sono in buona parte persone che già lavorano, ma vogliono cambiare perché non riescono a fare carriera: questo la dice lunga sulla forza di volontà e sulla professionalità dei disabili oggi».

Oltre alla ricerca online, fornite consulenza diretta. Come?
«Tramite il nostro servizio di ricerca e selezione, supportiamo quei clienti che per diverse ragioni preferiscono affidare a noi la ricerca di categorie protette. Siamo anche attivi nella formazione con lezioni presso i nostri clienti».

Qual è la situazione specifica di Milano in merito al rispetto della legge sull’assunzione delle categorie protette?
«La città offre una visione culturale evoluta, anche se non mancano eccezioni rappresentate da aziende che non sono ancora pronte per affrontare il tema della disabilità in ambito lavorativo. Così come al di fuori di Milano incontriamo molta più sensibilità di quella che si potrebbe credere».

Le aziende sono attrezzate ad accogliere persone con disabilità?
«Da un punto di vista culturale, ogni giorno sempre di più. Ma servono buone prassi condivise e casi di successo che aiutano a capire più di mille parole».

Quali sono le figure professionali più ricercate negli ultimi anni?
«Principalmente amministrativi e contabili, addetti vendita, customer service e segreteria. Diverse possibilità nel settore delle risorse umane, marketing e magazzinieri».

Che tipo di “azioni” avete proposto sul tema lavoro e disabilità?
«Mitigare l’obbligo di assunzione a favore di una maggiore attenzione alla normativa anti discriminatoria; ottenere l’obbligatorietà della figura “disability manager” all’interno delle aziende, ma anche favorire l’inserimento attraverso l’Articolo 14, ovvero tramite le cooperative. E fare più rete con gli attori del territorio».

Quanto crede serva la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità?
«Servirà fino a quando la disabilità non verrà considerata e trattata come un aspetto normale del nostro mondo».

more than dis
more than dis

Una tecnologia per la disabilità
Jobmetoo ha promosso la prima edizione di More Than DIS. È il primo bando realizzato con Fondazione Accenture per promuovere idee imprenditoriali per l’ideazione di strumenti che favoriscano l’inclusione dei disabili al lavoro attraverso la tecnologia. E quindi anche un concorso per stimolare l’imprenditorialità dei disabili stessi.

I progetti vincitori sono: Kimap, sistema di navigazione e mappatura dei percorsi accessibili attraverso due applicazioni per smartphone; sCaner, “scanner ambientale” per ipovedenti e non vedenti; Tactee, sistema di ausili magnetici per persone affette da gravi patologie degli arti superiori.


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