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07. 05. 2024 18:41

Intelligenza Artificiale, intelligenti reali: «Grande chance per le imprese, così superiamo le incertezze»

Fa sempre più parte delle nostre vite, ma in pochi hanno l’effettiva contezza del peso che l’AI abbia nel quotidiano. Negli ambiti più svariati. A partire dall’istruzione: a giorni, alla IULM i primi studenti coroneranno con l’alloro il nuovo corso di laurea magistrale dedicato a questa nuova frontiera tecnologica. Saranno pionieri, in questo. Abbiamo provato a capire con loro vantaggi e prospettive di una laurea inedita

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Il Corso di Laurea Magistrale in Intelligenza Artificiale, Impresa e Società della IULM, partito due anni fa con il coordinamento del prorettore Guido Di Fraia, ha dato i suoi frutti. I primi laureandi sono 15, discuteranno le loro tesi tra il 25 e il 27 luglio. A loro seguiranno altri studenti in quanto gli iscritti sono 83, di cui 46 iscritti per il primo anno.

Il corso è un percorso formativo con un taglio interdisciplinare in grado di formare figure professionali capaci di comprendere e gestire al meglio le attività di marketing e i processi di innovazione aziendale basati sull’Intelligenza Artificiale e sull’analisi evoluta dei big data. Questo significa che offre competenze sia di tipo umanistico che tecnologiche, con un mix di didattica frontale e pratica laboratoriale. Ma non solo, sono previsti stage con le aziende che consentono un approccio diretto con il mondo del lavoro. Due dei laureandi raccontano a Mi-Tomorrow la loro esperienza e le loro aspirazioni.

 

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Intelligenza artificiale, la laureanda Vittoria Capperi: «È evidente che tante tipologie di lavoro non ci saranno più, ma non è una ragione valida per averne paura»

Toscana, 26 anni, il 25 luglio si appresta a discutere la tesi di laurea che, già dal titolo, è tutto un programma: “Digital Transformation per PMI: opportunità e sfide”. Lei è Vittoria Capperi.

Qual è il tuo percorso di studi?
«Ho fatto il liceo a Montecatini e poi mi sono trasferita a Milano per frequentare la IULM dove mi sono iscritta al corso di comunicazione moda e pubblicità».

Poi hai scelto il corso di Laurea magistrale in Intelligenza Artificiale, impresa e società: perché?
«Perché ritenevo che avrebbe dato una svolta, più di altri, dal punto di vista formativo e lavorativo».

Quanto sapevi di Intelligenza Artificiale?
«Avevo già qualche conoscenza».

Vittoria Capperi
Vittoria Capperi

Dopo due anni di studio, ritieni di avere fatto la scelta giusta?
«Sì, questo corso mi ha consentito di avere una visione più completa».

Hai pensato alla tesi quando si è sviluppata la pandemia?
«No, ho lavorato alla tesi negli ultimi 3-4 mesi».

Ritieni che le imprese siano pronte alla digitalizzazione?
«C’è la volontà di adottarla anche se le dimensioni, mi sono occupata di imprese medie e piccole, non aiutano a sostenere i costi».

C’è anche diffidenza verso questa tecnologia?
«Esiste, è normale».

Pensi che ci siano ragioni per mantenerla?
«No, va superata».

Fare una tesi come la tua in modo tradizionale significa raccogliere molti dati, classificarli, analizzarli: diventa più semplice con l’Intelligenza Artificiale?
«Cambia l’approccio, diciamo che costituisce un aiuto importante nello svolgimento del lavoro».

Eppure in molti ne hanno paura.
«È evidente che tante tipologie di lavoro tra qualche anno non ci saranno più, ma non è una ragione valida per temerla, l’AI è di grande aiuto».

Cosa farai dopo la laurea?
«Mi piacerebbe lavorare nel mondo delle piccole e medie imprese, aiutarle a intraprendere processi di digitalizzazione».

Resterai a Milano?
«E’ possibile. Ma potrei anche andare all’estero».

Intelligenza artificiale, il laureando Francesco Tritto: «Il mio futuro è nel mondo dell’istruzione online»

Francesco Tritto discuterà una tesi sul rapporto fra AI e motori di ricerca: «Il fattore umano resta fondamentale, senza il nostro input le macchine non si attivano»

Pugliese, 24 anni, ha frequentato il liceo scientifico nella sua regione prima di trasferirsi a Milano. La sua tesi di laurea, che discuterà il 27 luglio, è un’analisi sull’intersezione tra l’intelligenza artificiale e le pratiche di Search Engine Optimization: un titolo di difficile comprensione solo qualche anno fa.

Perché hai scelto di iscriversi alla IULM?
«Era il mio obiettivo: dare un taglio pratico, nella società e nel business, alle mie passioni che sono la comunicazione e la sociologia».

Quando hai deciso di avvicinarti all’Intelligenza Artificiale?
«Durante il corso di laurea triennale mi sono reso conto di quanto la comunicazione si sia spostata in prevalenza online: è un fatto che mi ha portato a riflettere».

Francesco Tritto
Francesco Tritto

Come spiegheresti a un neofita l’Intelligenza Artificiale?
«È una tecnologia: si tratta di algoritmi che simulano il comportamento umano nelle macchine».

Quanto può incidere sulla nostra vita?
«In modo molto rilevante nella nostra quotidianità».

Nel senso che può agevolarla?
«Sì, può svolgere molti compiti che al momento sono in carico a noi lasciandoci così tempo per sviluppare la nostra inventiva».

Eppure c’è chi la teme.
«Nel lungo periodo delegare troppo può diventare rischioso».

Quindi qualche diffidenza bisogna mantenerla.
«Senza esagerare, bisogna ricordarsi che il fattore umano resta fondamentale, senza il nostro input le macchine non si attivano».

Di cosa parla la tua tesi?
«Ho studiato come applicare l’Intelligenza artificiale alla ricerca di contenuti su un motore di ricerca: l’ho fatto per conto della start up per la quale sto svolgendo uno stage».

Di cosa ti vorresti occupare dopo la laurea?
«Di e-learning, il mondo dell’istruzione on line».

Hai già avuto qualche proposta?
«Si, resterò nella startup dove sto finendo la stage, ovviamente da lavoratore».

Immagino che questa startup sia composta da giovani come te.
«Il più grande ha poco più di 30 anni».

Chi lavora in una startup spesso finisce per fondarne una sua.
«Vedremo, intanto ho l’occasione di avere un banco di prova per le mie abilità e potrò valutare qual è l’incidenza dell’Intelligenza artificiale sui mercati».

Intelligenza artificiale, a ottobre il Festival dell’AI al Mico

Per chi vuole capire meglio cos’è l’intelligenza artificiale, quali sono e potranno essere le implicazioni nella nostra vita c’è un appuntamento interessante, il Festival dell’Ia che si svolgerà a Milano il 5 e 6 ottobre al Mico. Organizzato da Search On Media Group, una società di Bologna, approda a Milano per la prima volta ma si avvale di un robusto precedente di nome We make future, una fiera dedicata all’innovazione tecnologica e digitale che si svolge a Rimini da 10 anni.

Intelligenza Artificiale

Sarà l’occasione per incontrare professionisti, aziende, startup, stakeholder e player del settore per discutere e approfondire la rivoluzione apportata dall’AI non solo nel quotidiano, ma anche in ambito politico, sociale e lavorativo. Sotto la lente di ingrandimento della due giorni milanese, saranno presenti società interessate dagli impatti dell’AI: martech, health, education, work, space economy, logistic, culture, creativity. Il festival si articola in tre momenti: corsi di formazione, in presenza ma anche in streaming oppure on demand, spazi in cui le aziende possono esporre le loro creazioni.

Sono previsti anche incontri B2B e business meeting per connettere imprese, Centri di Ricerca, startup, investitori, ONP e PA, e attività di recruiting per individuare profili professionali specializzati. Il programma, ancora in via di definizione, prevede come ospite Garry Kasparov, campione di scacchi e grande esperto di IA e tecnologia, che negli anni ‘90 diede vita alle famose partite a scacchi con il computer Deep Blue.

In quali settori viene applicata l’Intelligenza Artificiale?

Prima di parlare di intelligenza artificiale, conosciuta anche con l’acronimo IA, è bene cercare di spiegare cos’è. Secondo una definizione ormai comune è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano.

Per farla breve si può dire che è una tecnologia in grado di realizzare ciò che la nostra intelligenza non può: un’affermazione che da una parte può generare entusiasmo dall’altra preoccupazione per l’eccessivo peso che può assumere la tecnologia. Quale che sia il sentimento che si prova è bene mettersi l’anima in pace: l’intelligenza artificiale è ben presente nella nostra vita e lo sarà sempre di più. Ecco alcuni esempi che lo dimostrano.

Intelligenza Artificiale

SANITÀ
Un settore in cui l’AI sta svolgendo un ruolo di notevole importanza è la sanità che, nei vari ambiti, si avvale delle nuove tecnologie. Già durante il covid, giusto per fare un esempio, un gruppo di imprese ha realizzato DataLake per il Covid-19 mediante il quale effettuare analisi e correlazioni tra dati e immagini a scopo diagnostico, terapeutico e organizzativo che agevolasse i processi decisionali in risposta all’emergenza sanitaria: il progetto, chiamato “CoviLake”, è stato realizzato per il Niguarda.

Un altro esempio è offerto dalla partnership tra San Raffaele e Microsoft che lo scorso anno ha dato vita a una piattaforma digitale innovativa per la gestione dei dati in grado di classificare, raccogliere e analizzare la quantità di informazioni della struttura per supportare una più veloce e precisa diagnosi delle malattie, evolvere e personalizzare le cure, migliorare la comunicazione tra medici e pazienti.

Un’altra partnership tra IEO e Politecnico ha dato vita a Onco-Tech-Lab, una piattaforma che integra risorse umane, strumentali e logistiche per aumentare la massa critica e la qualità della ricerca sull’oncologia e altre discipline come ematologia, immunologia, endocrinologia, gastroenterologia, trapiantologia e diagnostica per immagini.

IMPRESE
Per l’Intelligenza artificiale in Italia il 2022 è stato un anno record: il valore di mercato delle soluzioni di IA è arrivato a quota 500 milioni di euro, con una crescita del 32% in 12 mesi, di cui un 27% di export. Lo stesso mercato nel 2018 ammontava a 210 milioni di euro, e nel 2020 a 300 milioni: nell’ultimo quinquennio il mondo dell’AI è sempre cresciuto a doppia cifra secondo il report annuale dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico. Per quanto riguarda le imprese, il 61% delle grandi ha già avviato applicazioni di AI, rispetto a un limitato 15% nel mondo delle piccole e medie imprese che spesso scontano un ritardo in termini di risorse finanziarie, tecnologiche, umane.

GIORNALISMO
Anche il giornalismo potrebbe essere rivoluzionato dall’IA. Dal riassunto di grosse quantità di documenti alla semplificazione di concetti e dati per renderli più fruibili, la capacità dell’intelligenza m artificiale di automatizzare compiti ripetitivi può essere sfruttata per aumentare migliorare e velocizzare un servizio. Inoltre, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per il controllo grammaticale, l’analisi delle notizie e persino per un primo livello di fact checking, lasciando ai redattori il compito di occuparsi delle decisioni più complesse e delle considerazioni etiche. C’è chi teme una graduale sostituzione dei giornalisti con la nuova tecnologia. Presto per dirlo, ma l’avvento dell’AI è una realtà in rapida crescita.

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