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19. 04. 2024 12:05

Suicidio assistito, morto in Svizzera il malato accompagnato da Marco Cappato

Per Cappato è una «nuova disobbedienza civile»: l'uomo che gli ha chiesto aiuto è affetto da Parkinson

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È morto in una clinica svizzera con suicidio assistito Romano, 82 anni, di origini toscane e residente a Peschiera Borromeo, nel Milanese, accompagnato nel Paese elvetico da Marco Cappato. A dare la notizia la figlia dell’82enne, Francesca, in un video spiegando che «avrebbe voluto morire in casa circondato dai suoi cari». Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni domani si autodenuncerà ancora una volta a Milano e rischia «di nuovo fino a 12 anni di carcere». Cappato ha detto: «È indegno per un Paese civile continuare a tollerare l’esilio della morte in clandestinità».

Marco Cappato e l’aiuto a Romano

Romano, 82 anni, di origini toscane e residente a Peschiera Borromeo, affetto da Parkinsonismo atipico dal 2020, non era tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale. Ex giornalista e pubblicitario era stato costretto a letto dalla malattia, tra «forti dolori muscolari, in una condizione irreversibile che gli impediva di leggere, scrivere e fare qualsiasi cosa in autonomia». Dopo aver maturato, spiega l’Associazione Luca Coscioni, «la scelta di voler porre fine alle sue sofferenze ed essersi reso conto dell’impossibilità di procedere in Italia, ha chiesto aiuto a Marco Cappato per raggiungere la Svizzera ed evitare conseguenze legali per i suoi familiari».

marco cappato

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Marco Cappato e il caso di Elena

«Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale», aveva spiegato Cappato, protagonista in questi anni di tante battaglie sul tema della dignità del fine vita. «dal momento che la persona accompagnata non è ‘tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale’, quindi, come la 69enne veneta Elena Altamira», malata terminale di cancro morta in Svizzera la scorsa estate con suicidio assistito, «non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia».

Il suicidio assistito in Italia

A seguito della battaglia di Marco Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani, e grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale che ne è scaturita, il suicidio assistito in Italia «è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal Ssn».

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Marco Cappato indagato a Milano

«L’obiettivo di superare le attuali discriminazioni tra persone malate e consentire il pieno rispetto della volontà anche delle persone affette da patologie irreversibili, fonte di sofferenza, pienamente capaci ma non ancora tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale». Per il caso di Elena, per cui Cappato si è autodenunciato ai carabinieri come avvenuto per quello di dj Fabo, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni è indagato a Milano per aiuto al suicidio ed è stato interrogato dai pm nelle scorse settimane.

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