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25. 04. 2024 18:37

Milano, la denuncia: «Nessuno ci affitta casa perché abbiamo la sindrome di down» 

La storia di Paolo e Carlotta, entrambi autonomi e lavoratori, alle prese con la ricerca di una casa che prosegue ormai da un anno

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Si chiamano Paolo e Carlotta, sono due giovani lavoratori e autonomi che, da un anno, cercano una casa in affitto a Milano. Ma non riescono a trovarla perché hanno la sindrome di down e i proprietari delle case si tirano indietro a causa della loro disabilità. La storia è di quelle che nessuno vorrebbe raccontare ma che, purtroppo, fanno parte del nostro quotidiano. 

La storia di Paolo e Carlotta, fidanzati con la sindrome di down senza una casa 

Fidanzati da quasi cinque anni, Paolo e Carlotta hanno deciso di cercare una casa per andare a convivere. Questa decisione è stata presa ormai da un anno ma, purtroppo, la ricerca finora si è resa vana. Il motivo è molto semplice: non riescono a trovare un appartamento in affitto, nonostante entrambi abbiano un lavoro a tempo indeterminato e siano in grado di badare a loro stessi, a causa della loro disabilità. La denuncia è stata portata avanti dai rispettivi genitori e dall’associazione che li segue. Carlotta Sganga ha 39 anni ed è impiegata in un’agenzia di lavoro, Paolo Sesana ne ha 35 ed è dipendente di un fast food. Lei vive in un appartamento con altri ragazzi Down e gli educatori mentre lui abita con la madre a Cinisello Balsamo. 

La denuncia dei genitori e dell’associazione 

Entrambi impegnati anche al di fuori del mondo lavorativo (Paolo gioca a basket, Carlotta fa karate), non riescono a poter vivere assieme: «Una volta le trattative stavano andando bene, al momento di consegnare la caparra di 3.600 euro ci hanno detto che non si poteva più procedere. Un’altra volta la proprietaria di una casa al quarto piano ci ha detto: «Non posso rischiare che si buttino dalla finestra»” ha raccontato la madre di Carlotta al Corriere della Sera. E la ricerca di una casa per Paolo e Carlotta prosegue: sognano di poterla avere in zona Lotto o Wagner, per stare vicini anche all’associazione che li segue e i loro amici; nella speranza che la ricerca di una location per il matrimonio, che avverrà a breve, non sia faticosa come quella per la casa.

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