La struttura dell’ex Palasharp di Lampugnano è stata esclusa definitivamente dalle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Con questa rinuncia, Milano si trova ad affrontare già due mancate partecipazioni dell’evento tanto acclamato: la nuova tranvia Repetti-Rogoredo, che avrebbe dovuto passare dal Palaitalia di Santa Giulia, e la ristrutturazione del Palasharp di via Sant’Elia.
L’ex Palasharp, struttura fatiscente in mano ai senza tetto
L’edificio di Lampugnano avrebbe dovuto ospitare le gare di hockey femminile delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, mentre a prendere il suo posto saranno i padiglioni 22 e 24 della Fiera di Rho, già scelti come sede alternativa per il pattinaggio di velocità dopo la rinuncia di Baselga di Piné. In Italia e a Milano è un’occasione persa per dotare la città di nuove strutture a beneficio della comunità e, soprattutto, per ristrutturare questo edificio che è in stato di decadimento dal 2011, nonostante sia stato utilizzato per eventi sportivi e spettacoli nel corso degli anni.
![Milano Cortina 2026, Palasharp di Lampugnano, foto Massimiliano Ambesi](https://www.mitomorrow.it/wp-content/uploads/2023/02/Palasharp-di-Milano-2.jpg)
Quale futuro per il Palasharp?
Secondo l’assessora allo Sport Martina Riva, «la nostra città continuerà ad essere la sede delle gare di hockey maschile e femminile delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali. Si creerà effettivamente un nuovo polo olimpico a Rho Fiera, una soluzione ottimale in termini di efficienza che ci permette anche di superare le difficoltà legate all’aumento esponenziale e inaspettato dei costi dell’ex Palasharp, che sono aumentati del 155% a causa del rincaro dei materiali causato dalla guerra e dalle note vicende internazionali. In collaborazione con la Regione Lombardia, la Fondazione Milano Cortina 2026 e la Fiera, siamo riusciti a trovare in tempi brevi una soluzione valida che garantirà al CIO e agli atleti una sede adeguata in tempi congrui nella nostra città. Questa è una vittoria per Milano». I costi stimati per la ristrutturazione sono passati da 18 a 46 milioni di euro. Si ipotizza che la struttura continuerà a far parte del percorso olimpico e diventerà una sorta di centro di raccolta per i volontari.
Perché a Milano è così difficile creare impianti sportivi
Sfortunatamente, la città di Milano ha sempre avuto carenze in termini di strutture sportive. Come dimostra la situazione a Milano, quasi tutto deve essere costruito ex-novo. Il governo sta facendo del suo meglio per mantenere tutte le gare previste a Milano, ma la cosa non sembra facile. Tanto è vero che qualche tempo fa si era diffusa, poi smentita, la possibilità di spostare alcuni eventi in Svizzera, il che è una assurdità da fake news ma quasi un monito per i nostri politici, preceduta mesi fa anche dall’idea di portare alcuni eventi a Torino, che già dispone di un impianto adeguato. Quindi, la soluzione dei padiglioni convertiti sarà temporanea e, una volta terminati i Giochi, verranno smantellati, mentre l’ex Palasharp, ormai in uno stato di degrado, rimarrà come un triste ricordo dell’ennesimo fallimento.
![Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi](https://www.mitomorrow.it/wp-content/uploads/2023/02/Palasharp-di-Milano-5.jpg)
Palasharp, triste ricordo di un ennesimo fallimento
Vale la pena ricordare che il Palasharp è una struttura tensionata, in teoria temporanea, costruita in pochi mesi nel 1986 dalla famiglia Togni, dopo il crollo del Palasport di San Siro a causa di una nevicata eccezionale nel 1985. Lo stesso anno, il Palasport avrebbe dovuto ospitare alcuni concerti importanti, come le prime esibizioni degli U2 e di Sting come solista in Italia; le date dovettero essere spostate nell’elementare Palatenda di Lampugnano, che poteva ospitare a malapena la metà dei possessori dei biglietti. Il nome attuale è il risultato di una serie di sponsorizzazioni: il primo fu lo stilista Nicola Trussardi, da cui il nome PalaTrussardi, seguito da PalaVobis, PalaTucker, Mazda Palace e infine PalaSharp. È evidente che c’è stata una mancanza di lungimiranza nella gestione delle infrastrutture sportive a Milano e si sta perdendo un’opportunità unica per migliorare e modernizzare la città. Speriamo che in futuro si adottino decisioni più oculate e che venga data la giusta importanza allo sviluppo di strutture sportive di qualità a beneficio della comunità.