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20. 04. 2024 18:22

Sneakerness, tutti amano i scarp del tennis

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È nato dieci anni fa in Svizzera. Gli organizzatori si aspettavano un’affluenza di 500 visitatori e ne sono arrivati più del doppio. Non poteva che essere così, per una manifestazione dal titolo emblematico come Sneakerness, ovvero il Festival Internazionale delle sneaker, la scarpa più gettonata, più usata e amata del mondo. Domani e domenica, alla Fabbrica Orobia di via Orobia 15, Sneakerness vivrà la sua prima sosta italiana, dopo aver fatto tappa ad Amsterdam, Berlino, Mosca, Parigi, Johannesburg e Rotterdam. Il format che celebra il mondo delle sneaker mette insieme moda, lifestyle, musica e reselling con un occhio di riguardo allo streetwear e al fashion. Sarà quindi facile imbattersi in artisti, atleti, musicisti, chef, ballerini, dj e designer.

MUST HAVE • «Nel 2018, Sneakerness attraversa dieci città. Milano era sulla mia tabella di marcia da molti anni, ma il tempo è la chiave di tutto e finalmente siamo riusciti a portarlo anche qui», ammette il fondatore Sergio Muster. Da scarpa prettamente sportiva, le sneaker sono diventate un accessorio di costume ai piedi di attori, attrici, cantanti e vip di ogni genere. E vengono indossate in qualsiasi momento della giornata, perfino con gli abiti da sera. Un successo inarrestabile anche dopo le passerelle milanesi e parigine, dove le sneaker l’hanno fatta da padrone nelle collezioni dei marchi più prestigiosi. Così come i più famosi brand di scarpe sportive saranno a Sneakerness, tantissime le firme di successo come Adidas, Nike, Asics, Converse, Diadora, Fila. Il festival sarà anche l’occasione d’incontro tra privati e venditori con la possibilità di acquistare non solo l’ultima scarpa must have da copertina, ma anche i modelli fuori produzione che impazzano sul mercato del vintage insieme alle richieste di pezzi introvabili. Dopo Milano, Sneakerness si fermerà anche in altre città come Varsavia e Colonia, prima della fine dell’anno. E continuerà anche nel 2019.

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Fabbrica Orobia 15

Via Orobia 15, Milano

Sabato e domenica

dalle 12.00 alle 19.00

Priority access dalle 11.00

Ingresso in prevendita:

1 giorno a 10 euro + diritti

2 giorni a 15 euro + diritti

Priority access a 25 euro + diritti

Ingresso in biglietteria:

1 giorno a 13 euro

2 giorni a 18 euro

sneakerness.com

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«La nostra X è di famiglia»

Marco Montanari, responsabile Italia per Munich

È ormai la scarpa per eccellenza, nessuno può più stare senza un paio di sneaker. In tutto il mondo, non c’è latitudine che tenga. «È un must – conferma a Mi-Tomorrow Marco Montanari, responsabile Italia del marchio Munich –: ormai la vedi perfino ai matrimoni, abito elegante, sneaker ai piedi e non più lo sposo con la scarpa di cuoio tradizionale». Il brand Munich, nato nel 1939 a Barcellona come produttore di calzature tecniche sportive per calcio, pallamano e boxe, conosce un’importante crescita dagli anni 2000, raggiungendo una posizione di primo piano nell’ambito dello street wear mondiale. Negli ultimi anni Munich ha esteso la sua fama, esportando l’inconfondibile X che contrassegna ogni scarpa in oltre 40 Paesi.

Montanari, tutto è stato rivoluzionato.

«Fin dalla struttura della calzatura le cose sono radicalmente cambiate. I grandi brand propongono una scarpa strutturata, imponente ma sempre con la tomaia di una sneaker. È un’evoluzione a 360 gradi nel mondo della calzatura, ormai si parla solo esclusivamente di sneaker».

E Munich che ruolo copre?

«Rappresenta uno dei marchi più conosciuti dello shoes wear, con un’ampia gamma di modelli che coprono tutte le fasce di età e accessori moda e lifestyle reperibili in oltre 300 negozi di abbigliamento e calzature di alto livello solo in Italia. Con una particolarità: ogni rivenditore Munich ha il vantaggio di relazionarsi direttamente con la casa madre, evitando intermediari e distributori e creando un rapporto diretto con l’azienda sempre più super specializzata».

Sneaker o anche altro?

«Facciamo praticamente solo sneaker e siamo conosciuti, fin dalla nascita, come produttori di scarpe sportive. In particolare la scarpa da futsal, il calcio a cinque. E dal 2000 ad oggi siamo tra le aziende leader nel mondo per quanto riguarda le sneaker».

La storia è di quelle di famiglia.

«Nasciamo dal nonno dell’attuale presidente Berneda e dal bisnonno che faceva le scarpe in cantina da calcio e da futsal. Siamo catalani, di Barcellona, per l’esattezza siamo di Capellades. La nostra azienda, a differenza di tutte le altre aziende mondiali è ancora a carattere familiare. Ed è la nostra forza. Il proprietario attuale è sempre della famiglia Berneda ed è il nipote del fondatore, non è mai stata venduta a delle multinazionali».

Quali sono i numeri della vostra produzione?

«Si vendono milioni e milioni di paia nel mondo e siamo intorno al miliardo di scarpe prodotte all’anno. Il nostro mercato è tutto il globo. Siamo una delle poche realtà che riesce a produrre quasi tutto in Spagna. La vecchia sarta che cuce ancora la X sulla tomaia della scarpa. Nell’etichetta e nella linguetta della calzatura ci sta scritto Made in Spain. Un onore».

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