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26. 04. 2024 04:30

Parla Bruna, la donna manganellata a Milano: «Trattata come un cane». La difesa degli agenti: «Colpi per ammorbidire»

Daniele Vincini, segretario del sindacato dei lavoratori della polizia locale, difende i ghisa. Ma Bruna smentisce: «Avevo le braccia alzate e chiedevo di non picchiarmi. Invece ho preso colpi in testa e al fianco»

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Occhi ancora puntati sul caso della donna manganellata a Milano, in zona Bocconi, nella giornata di mercoledì 24 maggio 2023. Oggi sono arrivate le dichiarazioni di Daniele Vincini, segretario del sindacato Sulpl, che ha difeso gli agenti coinvolti della polizia locale. Essi hanno fermato una donna trans di 42 anni con precedenti dopo che questa avrebbe infastidito diverse persone nei pressi di Parco Trotter. Gli agenti sarebbero intervenuti, secondo i pm, per segnalazioni di schiamazzi da parte della donna e non per atti osceni davanti ai bimbi di una scuola elementare (come precedentemente dichiarato). A parlare oggi poi è stata anche lei, nota a tutti con il nome di Bruna, che ha smentito però le parole degli agenti.

Donna manganellata a Milano: cos’è successo

Secondo quanto emerge per adesso su questo caso che ha sconvolto l’opinione pubblica, alcuni genitori e passanti avrebbero chiamato la polizia locale per segnalare i comportamenti di questa donna che, stando alle testimonianze, avrebbe anche urlato davanti a tutti di avere l’Aids. Dopo la 42enne sarebbe stata fermata non senza fatica dagli agenti che l’avrebbero poi caricata in auto, cercando di portarla negli uffici di via Custodi.

Durante il tragitto però, la donna avrebbe costretto gli agenti a fermarsi e avrebbe tentato la fuga. Successivamente avrebbe continuato a dare in escandescenze e avrebbe anche ferito due agenti con calci e pugni. Nel video che gira sui social si vede a questo punto l’utilizzo di manganelli e spray al peperoncino da parte degli agenti nei confronti della 42enne.

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Donna manganellata a Milano: la difesa degli agenti

Le parole di oggi di Daniele Vincini su questo caso sono state molto chiare. «I colpi manganello non erano pensati per fare del male, bensì per ammorbidire», ha dichiarato a margine di un evento fuori da Palazzo Marino. «Il soggetto che è stato colpito dagli agenti nelle fasi più concitate del fermo ha avuto zero giorni di prognosi e non ha avuto problemi di tipo fisico».

«Gli unici che hanno riportato lesioni – ha continuato – sono gli agenti. Il sangue che si vede nelle riprese era sangue conseguente a una rissa che c’era stata prima delle 8.15, momento in cui sono stati richiesti al Parco Trotter i miei colleghi da un genitore che lamentava il fatto che questo fosse praticamente nudo».

 

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Inoltre il segretario del sindacato Sulpl ha precisato che tutti gli agenti di strada, dunque anche i quattro coinvolti in questo caso, seguono corsi di formazione e utilizzano i vari strumenti che hanno a disposizione. Tuttavia, ha ammesso, «nella concitazione, sotto l’effetto adrenalinico qualcosa può essere sfuggito. Questo mi preme dirlo perché prognosi zero, chi ha avuto problemi fisici, ma soprattutto per il discorso legato agli infortuni biologici perché questo gridava di essere sieropositivo, sono i miei colleghi che dovranno fare tutte le procedure mediche per vedere se hanno contratto una malattia di questa portata».

Parla Bruna, la donna manganellata a Milano

«Avevo paura che mi picchiassero ancora: anche al Trotter e in macchina mi hanno strattonata tutta. Mi sono nascosta dietro a un’aiuola ma mi hanno trovata». Così Bruna, in una intervista rilasciata a Repubblica, ha spiegato la sua fuga dall’auto della polizia locale. «Credo che denuncerò, ma ho paura. È una brutta storia, ho paura che mi succeda qualcosa se parlo troppo», ha continuato.

E ancora: «Sono molto impaurita, ieri sera ero stanchissima mi bruciavano gli occhi e avevo male alla testa e al fianco dove ho preso le botte. Ero molto agitata, ieri mattina avevo litigato con alcuni sudamericani, ma non è vero che ero nuda al parco. Ero su di giri, sono un tipo molto agitato, avevo bevuta la sera prima e avevo fumato una spinello. Ma non ho fatto nulla di male non ho picchiato nessuno. Dalla rabbia mi sono morsa le braccia e mi sono fatta dei tagli».

«Io ero seduta avevo le braccia alzate dicendo di non picchiarmi. Invece ho preso colpi in testa, al fianco, ancora alla testa. Mi sono sentita trattata come un cane. Chiedevo di non picchiarmi, solo la donna vigile è stata gentile con me».

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