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11. 05. 2024 17:01

Giovanna Pedretti, il funerale con striscioni degli ultras: «Stampa e tv non fatevi vedere più»

Giovanna Pedretti, i funerali con lo striscione degli ultras: «Stampa e tv, non fatevi vedere più»

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Si sono svolti lunedì mattina i funerali di Giovanna Pedretti. Alle 10, presso la basilica del paese di Sant’Angelo Lodigiano, è andato in scena l’ultimo saluto alla 59enne ristoratrice, proprietaria della pizzeria “Le Vignole”. Domenica scorsa, Giovanna è stata trovata senza vita nelle acque del Lambro. Amici, colleghi e conoscenti stanno sostenendo a famiglia di Giovanna, in particolare la figlia Fiorina di 28 anni e il marito Nello, con cui Giovanna condivideva la sua vita da oltre 30 anni.

Giovanna Pedretti, lo striscione

All’esterno della chiesa, uno striscione recita: «Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere più», firmato dagli ultras del Sant’Angelo Lodigiano, la squadra di calcio locale che gioca in serie D. Questi tifosi, frequentatori abituali della pizzeria di Giovanna, conoscevano bene la donna e sua figlia.

Il ristorante Le Vignole di Giovanna Pedretti
Il ristorante Le Vignole di Giovanna Pedretti

 

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Giovanna Pedretti, le richieste della famiglia

La famiglia ha chiesto di evitare l’acquisto di fiori o corone per i funerali, invitando chi lo desidera a fare donazioni all’associazione “Genitori e amici dei disabili”, al gruppo “il Maggiolino” (un’organizzazione con cui Giovanna aveva collaborato per diverse iniziative di raccolta fondi nel suo locale) e alla casa di riposo Santa Cabrini di Sant’Angelo Lodigiano.

Giovanna Pedretti, l’omelia

«Quante note stonate abbiamo dovuto ascoltare in questi giorni – ha detto don Raimondi -. Da un parte il dolore di chi si è sentito attaccare, una persona che ha sempre fatto qualcosa per rendere questo mondo migliore. Dall’altra il giudizio sommario, di chi parla senza sapere. Di chi costruisce castelli di carta, di chi cerca dove anche c’è del bene che pensa ci sia un tornaconto. Ora c’è una famiglia che chiede silenzio. Abbiamo vissuto l’invadenza, l’insistenza del diritto d’informazione, l’arroganza di chi pensa di poter distruggere».

«Ricordiamo l’onestà e la generosità di Giovanna. Un errore forse ha fatto Giovanna: aver per un attimo pensato che oltre agli estranei accusatori che hanno dubitato di lei, potessimo aver dubitato di lei anche noi che la conoscevamo. Bisogna impedire ai leoni di tastiera di distruggere tutto. Ora è il momento del silenzio. Cosa non abbiamo fatto, cosa avremmo potuto fare? Siamo convinti che non sia successo nulla di così grave. Ma quante volte Giovanna ha consolato noi, quante volte ci è stata vicina. Anche il silenzio ora, si trasforma in una parola, che dice rispetto».

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