È morto a 70 anni l’architetto Italo Rota, autore del progetto del Museo del Novecento in piazza Duomo. Nato a Milano nel 1953, Rota si era laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1982, ma prima di quella data la sua formazione è avvenuta presso gli studi di Franco Albini e Vittorio Gregotti. Un apprendistato, quello con Gregotti, durato quattro anni, durante i quali ha lavorato al concorso per l’Università della Calabria.
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La carriera di Italo Rota
Con l’architetto Pierluigi Nicolin dal 1976 al 1981 ha partecipato alla realizzazione della rivista Lotus International, episodio che introdusse l’importanza che la carta stampata e l’oggetto-libro hanno nella vita dell’architetto e che si concretizza in un’importante collezione personale. All’inizio degli anni ottanta si trasferì a Parigi, per il progetto dell’allestimento museale del Musée d’Orsay, vinto con Gae Aulenti. Figura tra le più interessanti e poliedriche della scena architettonica italiana, Spiccano nella sua produzione la promenade del Foro Italico a Palermo (Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli Spazi Pubblici 2006); la Casa Italiana alla Columbia University, New York (1997); il Tempio Indù a Mumbay (2009); il Chameleon Club al Byblos Hotel, Dubai (2011).
Italo Rota e Milano, la parentesi politica
Sempre in Francia, lavorò anche per il teatro e con il regista Bernard Sobel. Nel 1988 per l’Hécube, progettò una scenografia dove lo spazio specchiato e illuminato controluce ripete in maniera irreale le tribune del teatro greco. Nel 1995 il ritorno a Milano, città per la quale è stato anche assessore per la Qualità urbana tra il ’95 e il ’96.
Morte di Italo Rota, Boeri: «Perdiamo un amico»
«Perdiamo un amico e una persona molto importante degli ultimi anni della cultura italiana. Un uomo sofisticato con un pensiero inaspettato e originale. Per Triennale è una perdita enorme – così il presidente di Triennale Stefano Boeri ricorda Italo Rota -. Ha iniziato a lavorare trentenne in Triennale e non ha mai smesso. Non si contano gli allestimenti, gli spunti, i libri e i cataloghi sull’architettura. Il suo ultimo contributo – conclude – è stata la mostra sulla Pittura italiana di cui ha curato un allestimento».