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19. 04. 2024 09:57

In via Gola a Milano la situazione torna incandescente: tra sgomberi e richieste di sicurezza

Settimana ad alta tensione in via Gola a Milano: nuovi sgomberi mentre i residenti chiedono maggiore sicurezza

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L’alto livello di criminalità della zona di via Gola a Milano è ben noto a tutti i cittadini del capoluogo lombardo. Gli episodi sono legati soprattutto allo spaccio e la situazione è tornata incandescente in occasione dello sgombero di una casa popolare dell’Aler, quando le forze dell’ordine hanno riscontrato l’opposizione del centro sociale di via Gola, chiamato “Cuore in gola”.

Sgombero in via Gola a Milano: l’opposizione di “Cuore in gola”

Durante la mattinata di martedì 1° febbraio, alcuni antagonisti hanno tentato di bloccare lo sgombero di una casa popolare dell’Aler occupata in modo abusivo in via Gola a Milano, nella zona del Ticinese.

Intorno alle ore 8:30, i poliziotti e i carabinieri in tenuta antisommossa si sono presentati davanti all’abitazione da sgomberare insieme a un funzionario dell’Aler. L’abitazione risultava occupata da un uomo tunisino di 53 anni, che la sera di lunedì 31 gennaio era stato arrestato per un ordine di carcerazione emesso dalla procura. Doveva scontare un residuo pena di un anno a causa di reati legati alle sostanze stupefacenti.

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Le operazioni di sgombero, però, non sono seguite come previsto: alcuni antagonisti del centro sociale di via Gola a Milano, noto come “Cuore in gola”, e anche altri appartenenti a comunità simili, hanno fatto opposizione e tentato di bloccare l’operazione delle forze armate.

L’appartamento è stato infine liberato e le forze dell’ordine hanno fermato anche un cittadino algerino senza documenti di riconoscimento, che è stato quindi accompagnato in questura per poter essere identificato.

Gli attivisti sostengono che ci sono stati diversi momenti di tensione e anche azioni volente da parte della polizia, ma la questura ha negato il tutto.

A sgombero concluso, gli antagonisti hanno affermato: “Il tentativo di ostacolare l’arrivo di funzionari dell’Aler e della polizia è un chiaro segnale che questo quartiere appartiene a chi lo abita”.

La protesta dei centri sociali di via Gola a Milano

Le tensioni relative allo sgombero di un’abitazione in via Gola a Milano non sono state però limitate solo alla mattina. Nel pomeriggio, infatti, un centinaio di antagonisti hanno continuato la protesta e intorno alle ore 18 si sono radunati a Milano in via Gola per manifestare contro quanto accaduto.

Secondo quanto riportato dalla Questura di Milano, intorno alle 19 gli antagonisti hanno percorso in corteo anche le vie circostanti, terminando la manifestazione verso le ore 20.

Nel frattempo i centri sociali hanno iniziato a protestare anche su Facebook: “Anche questa mattina il quartiere ticinese si è svegliato con camionette l’ennesimo sgombero a opera di Aler e qualche manganellata. Le operazioni di sgombero sono ancora in corso ma anche l’arrivo dei solidali. Basta sfratti, sgomberi e la militarizzazione dei quartieri. All’emergenza abitativa si risponde con l’assegnazione del patrimonio immobiliare pubblico e con la sanatoria delle occupazioni”.

La denuncia della consigliera comunale Sardone per la situazione in via Gola a Milano

Silvia Sardone, esponente leghista e consigliera comunale del capoluogo lombardo, ha denunciato quanto accaduto il 1° febbraio in via Gola a Milano, affermando: “È bastato uno sgombero di un alloggio popolare occupato abusivamente in via Gola per scatenare la violenza del centro sociale ‘Cuore in Gola’ contro la polizia: questo succede quando le istituzioni abdicano al proprio ruolo di garanti dell’ordine e della sicurezza. In quest’area di Milano, piagata da spaccio, abusivismo e delinquenza, serve da subito lo sgombero del centro occupato dagli antagonisti”.

via gola a Milano
via gola

Ha poi aggiunto: “Serve inoltre un presidio fisso della polizia locale per tamponare perlomeno una situazione a dir poco preoccupante. Le responsabilità della sinistra sono chiare ed evidenti: se si strizza troppo l’occhio agli abusivi i risultati non possono che essere questi”.

Silvia Sardone ha inoltre sottolineato che via Emilio Gola a Milano è “una zona cool per la sinistra, per la vicinanza ai Navigli, eppure al sindaco Sala e alla sua giunta quest’area di Milano non interessa. La mia solidarietà va ai poliziotti aggrediti oggi da un branco di delinquenti professionisti”.

Il nuovo piano di video sorveglianza per ridurre gli episodi di violenza in via Gola

Dopo i numerosi eventi di cronaca nera avvenuti da inizio anno, l’amministrazione comunale di Milano è decisa a “innalzare il livello di sicurezza urbana” e a “contrastare il degrado in ogni quartiere”.

Entro il 2023 si prefigge di installare nuove telecamere nei punti critici di Milano, come parcheggi isolati, aree verdi nascoste, giardinetti mal frequentati e anche scuole per tutelare gli studenti più giovani.

Le telecamere si sommeranno agli imminenti nuovi impianti che verranno installati entro la primavera per controllare 52 angoli noti di cronaca nera, tra cui via Gola, via Mazzini, via Mascagni, via Palestro, largo Crocetta e via Palermo (all’angolo con largo Treves). Per la realizzazione dei nuovi “occhi elettronici” è stato investito un milione di euro.

Entro i prossimi mesi, quindi, la rete di telecamere di Milano arriverà a quota 1.997 (contro le 1.945 odierne), mentre nel 2011 erano solamente 1.251. Tutti gli impianti sono costantemente collegati con la Centrale operativa dei vigili, la quale condivide i fotogrammi con i carabinieri, la polizia e la guardia di finanza.

Il Comune afferma che la rete di telecamere milanesi sia “un punto fermo per la sicurezza” e per il contrasto delle attività illecite, degli incidenti con omissione di soccorso, dei reati di strada e per la prevenzione del degrado ambientale.

 

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