L’abbraccio collettivo (e non scontato) di vent’anni de Le Vibrazioni

abbraccio collettivo le vibrazioni
abbraccio collettivo le vibrazioni

Non è da tutti raccontare vent’anni in una sera, con Milano sullo sfondo.

Non è facile farlo alla prima occasione utile, in un’area unica come il Forum di Assago. Forse proprio per questo il concerto evento de Le Vibrazioni di martedì scorso verrà ricordato per molto tempo dai fan che, da Giulia in poi, hanno seguito con costanza il percorso di Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani e Alessandro Deidda.

Una summa di rock, di venature romantiche, di amici che hanno deciso di condividere con loro il palco, in una scaletta “monstre” fatta di trenta brani, compresi quattro bis. Due ore e mezza di show senza freni, con quell’invidiabile “imperfezione” che ha reso lo spettacolo più vero, più vicino alla gente, meno patinato e plastificato.

L’intro infuocato di Così sbagliato è la benzina ideale: il prologo giusto per raccontare chi oggi siano Le Vibrazioni, dopo sei album – tra studio e live – e cinque anni di pausa interrotti dal ritorno a Sanremo proprio con questo brano. Essenziale, a seguire, il ritorno al 2003 con Seta e con tutto il background di un’epoca che ormai non c’è più.

Da quell’album, da quel boom di inizio millennio, tre singoli che a fine concerto colorano un bis emozionale fatto di cellulari in mano e di strofe ripetute a squarciagola. Tutte insieme Giulia, quella notte in spiaggia, le piccole paure. Un turbinio melodico in grado di unire fruitori di musica molto diversi tra loro: nel parterre ci sono diverse generazioni, ci sono mamme e papà con i figli, ci sono chiodi e piercing. Un abbraccio collettivo, insomma.

Un abbraccio come quello degli ospiti, numerosi, diversissimi. Il più acclamato non poteva che essere Piero Pelù, che attorno alle undici regala momenti d’annata con Toro Loco. Le immagini più heavy a cui si contrappongono quelle più recenti di Carone e Cantarini con le loro Caramelle, accompagnati come sempre da un Sarcina in gran forma. Inaspettato, forse per questo ancora più acclamato, il featuring con Achille Lauro sulle note di Rolls Royce, per la gioia di Marco Castellani letteralmente impazzito sul palco in barba ai suoi kilt ormai di rigore.

E ancora Enrico Nigiotti, Samuel e i Ministri, dal pop all’indie più vero, per riunire tutte le anime di una band che a Milano ha fatto la sua storia. A cui Milano deve dire grazie. E che da Milano – pur nella vicina Assago – ha ricevuto il regalo più bello possibile in una notte di primavera.


www.mitomorrow.it

www.facebook.com/mitomorrow