La prima serata di Sanremo 2020 rivista dai nostri giudizi: tanto da raccontare, tanto da rivedere nel primo segmento del Festival numero settanta.
SV a Fiorello
Ha introdotto al Festival, poi praticamente nulla. Scelta curiosa, ma ci sono altre quattro sere. Figurarsi.
1 ai livelli audio di Elodie
Una prova quasi “sabotata”, peccato. La canzone ha grosso potenziale, ora e almeno fino a quest’estate; lei oggettivamente ha un’immagine che buca e che vince. Si rifarà certamente.
2 all’eliminazione degli Eugenio in Via Di Gioia
I protagonisti più riconoscibili da quando si è avviata la macchina di Sanremo Giovani, oltre due mesi fa. Un plus che si sono meritati, ma che alla resa dei conti è valso come un boomerang.
3 allo stilista di Achille Lauro
Lui forse non lo sa, ma il suo lavoro sartoriale ha completamente offuscato la performance musicale del vate di Rolls Royce. Dopodomani l’effetto sarà svanito e occorrerà concentrarsi solo sulla canzone. Un bene o un male?
4 a Diletta Leotta
C’è sempre questa sensazione di perfezione “plastificata”. E non è certo un riferimento all’aspetto fisico, quanto all’espressione del viso, alla recitazione di una parte, all’attenzione assoluta per non sbagliare nulla. Tutto, troppo.
5 a Tiziano Ferro
L’emozione non ha voce, lui naturalmente ce l’ha. Sia l’emozione, sia la voce. Oggi Tiziano Ferro è molto diverso da quello che conoscevamo prima. Oggi è felice. E, a volte, la felicità azzera il tormento. Il tormento è la stella polare di un artista.
6 al monologo di Rula Jebreal
Non può bastare il fine a giustificare i mezzi. La forma, la confezione, tutto fa la sua parte in una cornice del genere. Paradossalmente avrebbe avuto più forza un monologo recitato in madrelingua e degnamente sottotitolato. Ma la frase che “chiude” è potentissima, vera. E oscura tutto il resto.
7 ad Albano e Romina
Anche quando sembra che sia troppo, anche quando vorresti novità, anche quando capisci che il tempo passa… ti rendi conto che non ne hai mai abbastanza e li canteresti per sempre.
8 a Diodato
Non possiamo più nascondere alcune preferenze diffuse. Anche perché, ora, la canzone è “pubblica”. Il Festival è lungo, ma la gemma di Diodato ha già fatto rumore. Chiunque l’ha sentita.
9 a Rita Pavone
Proviamo un attimo a capire l’emozione di questa donna di 74 anni, assente da Sanremo ab illo tempore, che nel mentre ha pure rischiato di morire. Si ritrova su quel palco e se lo mangia. Sotterrerà tutti.
10 agli occhi di Amadeus
È il sogno di un bambino, di un’amicizia che lo porta a condividere “il” palco. Una boccata di vita che ricorda a tutti di sognare, sempre, senza ipocrisia.
