Claudia Zelaschi: «Dal liceo artistico Caravaggio si può andare ovunque»

liceo artistico Caravaggio
liceo artistico Caravaggio

Girando per il liceo artistico “Caravaggio” si ha l’impressione di essere tornati al ’68: i corridoi, il cortile, le scale, per non parlare dei bagni, sono ricoperti di graffiti, un’esplosione di colori, scritte e disegni che fa credere come qui l’immaginazione al potere abbia davvero avuto una piena realizzazione. In realtà basta guardare dentro le aule per scorgere computer, tecnologie moderne: un mix che Claudia Zelaschi, vicepreside dell’istituto, racconta a Mi-Tomorrow.

Come sono stati realizzati così tanti graffiti?
«Sono stati tutti fatti dagli studenti durante la settimana della cogestione: alcuni sono autorizzati, altri sono stati fatti in modo autonomo. Alcuni poi sono stati lasciati fare per coprire scritte prive di senso o offensive».

Cos’è la settimana della cogestione?
«Su richiesta degli studenti si organizza una settimana l’anno con una didattica non tradizionale: si programmano tante attività come i laboratori di oreficeria, di bigiotteria, di fumetto, di manga, di scienze, di fisica, di giornalismo».

Chi la organizza?
«Gli insegnanti e gli studenti propongono tante attività, vengono invitati esterni, per frequentare i corsi i ragazzi devono iscriversi on line».

E’ una settimana difficile da gestire?
«E’ molto impegnativa perché stravolge gli orari e la normali attività».

Magari un po’ caotica…
«Lavoriamo affinché non lo sia. E’ un momento molto creativo, gli studenti ci dicono cosa vorrebbero fare, noi insegnanti cerchiamo di consentire il tutto organizzando interventi, spazi e tempi».

Quanti sono gli studenti?
«Circa ottocento».

Chi si iscrive al Caravaggio?
«C’è di tutto, ci sono i ragazzi con innata indole artistica, altri che amano l’arte, altri ancora che si sentono attratti dallo spirito artistico. Il bacino di provenienza è nord-est, arrivano da Vimodrone, Cernusco, Segrate e, per restare a Milano, da Città Studi».

Ci sono stranieri?
«Si e sono ben inseriti».

Non sarà facile l’amalgama.
«Le attività che portiamo avanti sono inclusive, le differenze sociali non si avvertono».

L’istituto si trova su via Padova, la zona più multietnica della città: che rapporto avete?
«E’ un fatto che influenza un po’ il giudizio dei genitori, sono un po’ prevenuti. Il rapporto con questo quartiere, invece, è positivo, abbiamo organizzato iniziative, tipo il progetto di decorazione del muro o quello dell’orto, progetti ai quali molti residente di via Padova hanno risposto bene».

Qual è l’orario di frequenza?
«Si fanno 34 ore settimanali nel biennio, di cui 13 di materie artistiche, e 35 ore settimanali nel triennio delle quali 12 di discipline di indirizzo».

Perché nel 2018 ci si iscrive al liceo artistico?
«Molti studenti sono motivati e abili e vengono identificati per questa scuola già alle medie. Il liceo artistico non è molto difficile, ma è sempre un liceo, può essere la soluzione migliore per chi non ha tantissima voglia di studiare e si sente tagliato per questo indirizzo».

Chi esce dal Caravaggio farà l’artista?
«No, può fare di tutto, diamo una formazione di base che consente di frequentare un po’ tutte le università. C’è si chi si iscrive all’accademia di belle arti ma molti scelgono il Politecnico, c’è chi si iscrive a lettere o a filosofia e anche, qualche volta, qualcuno che sceglie le facoltà scientifiche».

Oltre allo studio delle materie tradizionali quali attività si svolgono?
«Si organizzano corsi pomeridiani di teatro, di affresco di incisione, si organizzano workshop e mostre. Aderiamo a molti concorsi artistici e a iniziative volte a uno sviluppo di partecipazione a una cittadinanza attiva. Organizziamo corsi per il conseguimento delle certificazioni linguistiche e laboratori pomeridiani vari».

Ospitate spesso artisti?
«Si, in continuazione. In questi ultimi anni soprattutto sono stati invitati a lavorare e collaborare con gli studenti molti personaggi del mondo artistico contemporaneo. Cerchiamo di invitare anche personaggi del mondo letterario e scientifico».

Nati da Brera
Una storia di traslochi

Il liceo artistico Caravaggio è uno dei tre licei artistici statali milanesi. E’ nato nel 1969 per scissione dall’Accademia di Belle arti di Brera, assumendo il nome di Liceo artistico II, dal momento che presso l’Accademia rimase funzionante per alcuni anni parte del liceo originario che si separò poi assumendo il nome di Liceo artistico I.

La sede originaria fu stabilita in piazza XXV Aprile al numero 8, ma ben presto, a causa di un continuo aumento di iscrizioni dovette aprire succursali, prima in via San Marco, successivamente sostituita da quella di via Santa Marta 18. Nel 1986, dopo un anno trascorso nella sede provvisoria di via Maniago, il liceo si trasferì nella sede attuale di via Prinetti assumendo nel 1992 l’intitolazione al famoso pittore seicentesco Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.