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24. 04. 2024 10:04

Crocevia del futuro: il derby di Romagnoli, il derby di Calabria

Singolare che sia Inter che Milan arrivino con capitani pronti ad abdicare, per ragioni distinte, ma con un destino che sembra portare la fascia su altre braccia

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È un derby che pesa per i piani altissimi della classifica, oltre ad essere naturalmente importante come sempre per la città. Lo è stato anche la scorsa stagione e curiosamente cade di nuovo in febbraio, stavolta alla 24ª giornata anziché alla 23ª. Similitudini che continuano, se guardiamo a come rossoneri e nerazzurri arrivano alla stracittadina.

Un’Inter capolista, col conforto di un filotto di risultati che la pone favorita al di là dei ragionevoli dubbi che ogni match di questo tipo porta con sé. Singolare che entrambe le squadre arrivino con capitani pronti ad abdicare, per ragioni distinte, ma con un destino che sembra portare la fascia su altre braccia a partire dalla prossima annata.

Romagnoli capitano: per quanto?

Su questa sponda del naviglio l’indiziato naturalmente è Romagnoli, non esattamente un giocatore social o comunque in grado di scaldare i cuori. Le sue intenzioni vanno più spesso interpretate e, sebbene non vi siano ancora certezze, il fatto che la trattativa sia in stallo con grosse differenze tra domanda e offerta, è già un fattore di per sé che lascia propendere per una separazione in estate.

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Sarebbe a suo modo una tegola, non la più pesante di un assistito della scuderia Raiola, ma economicamente per la mancata plusvalenza e tecnicamente perché il calcio moderno impone di aver sostituti di primissima fascia. Tradotto: perdere a zero un giocatore da rotazione pesa su bilanci e roster. Dunque, ancora in contumacia Kjaer, sarà potenzialmente l’ultimo derby milanese da vivere come capitano.

Sono sette le stagioni disputate con la stessa maglia, 240 le presenze in tutte le competizioni, grande professionalità, con forse l’unico rimpianto di non aver effettuato l’ulteriore step di crescita che lo consacrasse anche in Nazionale, dove con 12 apparizioni a 27 anni è un po’ indietro per aver lo status del grande interprete del ruolo.

Romagnoli, chi raccoglie la fascia?

Al contrario, chi erediterà con ogni probabilità la sua fascia continua il suo processo, con un rendimento ormai costante con la maglia del Diavolo e convocazioni a Coverciano che non stupiscono da tempo, nonostante la concorrenza. Sarà Davide Calabria il futuro leader rossonero, una figura più vicina ad un calcio passato, con pochi fronzoli e un senso di appartenenza che appare sempre più una rarità.

Quell’animo casciavit che perfettamente si sposa con l’ambiente Milan e quell’attitudine alla lotta e al lavoro che tanto piace ai tifosi rossoneri. Diversamente da altri compagni, ha firmato il prolungamento di contratto prima d’inizio stagione, con poche prime pagine, zero chiacchiere, con la concretezza di chi è convinto della propria scelta. Un ritorno ad una tradizione che sembrava perduta, un capitano prodotto dal settore giovanile.

Dall’età di 11 anni con gli stessi colori, all’ottava stagione in prima squadra, recentemente ha dichiarato di voler indossare un’unica maglia in carriera. Parole che, pronunciate ad oggi come vice, suonano come una consapevole candidatura.

Una linea che pare tracciata. Un passaggio di consegne, nel segno dell’italianità, dettaglio non banale perché al Milan questa è una costante dal 1961. L’ultimo capitano straniero è stato Liedholm, un’icona da giocatore e allenatore, dalla panchina ha guidato infatti il club allo scudetto della stella nel 1979.

Mentre per tornare a un leader canterano non serve andare troppo indietro: naturalmente parliamo di Paolo Maldini, guarda caso oggi direttore dell’area tecnica. Immaginiamo sarà un orgoglio particolare per lui insignire Calabria con questi gradi. Terzino, italiano, casciavit.

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