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20. 04. 2024 04:33

Il Palasharp di Lampugnano in condizioni disastrose: sarà pronto per Milano-Cortina 2026?

Sporcizia, topi, ma soprattutto non esiste l’ombra di un cantiere

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Il Palasharp di Lampugnano dovrebbe ospitare le gare di hockey su ghiaccio alle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ma ad oggi la sua situazione è disastrosa. La testimonianza è fornita da un utente, il giornalista Massimiliano Ambesi, che ha scattato alcune foto e le ha postate su Facebook. Foto che non lasciano dubbi sullo stato dei lavori al Palasharp di Lampugnano. 

Palasharp di Milano
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Le condizioni (pessime) del Palasharp di Lampugnano a Milano

Scrive Massimiliano Ambesi: «Nella mattinata odierna, mi sono recato a Lampugnano, ridente rione milanese dove dovrebbe sorgere uno dei palazzi del ghiaccio destinati a ospitare gli incontri di hockey degli imminenti Giochi Olimpici del 2026. – si legge – Lo spaccato in cui mi sono imbattuto si è rivelato desolante. Roditori e sporcizia a parte, non solo la vecchia struttura non è stata ancora abbattuta, ma non esiste minimamente l’ombra di un cantiere. Peraltro, non è presente in loco alcuna indicazione relativa alla destinazione olimpica dell’area, ma, da quanto si apprende, complici alcune mancanze rispetto alle legittime richieste del CIO, non è stato ancora approvato un progetto definitivo. L’unica nota positiva è rappresentata dalla vicinanza con la fermata della metropolitana e con un trafficato capolinea di linee di autobus interregionali». Nel dettaglio, la fermata in questione è della linea 1, la rossa, in direzione Molino Dorino; mentre sul retro della stessa ci sono diversi autobus che coprono anche linee continentali.

Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Quale futuro per il Palasharp di Lampugnano

Una volta PalaVobis, prima ancora PalaTrussardi, poi PalaTucker e MazdaPalace, quale sarà il futuro dell’attuale Palasharp di Lampugnano? «Piuttosto perplesso per quanto constatato, mi sono messo in marcia in direzione Milano Santa Giulia, speranzoso che i lavori per il nuovo Palazzo dello Sport da quasi ventimila posti fossero già iniziati. – prosegue Massimiliano Ambesi nel suo post sui social – Grazie a coincidenze fortunate con le varie linee della metropolitana, il trasferimento è durato meno di 50 minuti, fatto tutto sommato positivo. In questo caso, nonostante la lunga isola pedonale tra la stazione di Rogoredo e l’area del Palazzo dello Sport sia stata ormai da tempo completata, la prima pietra dell’impianto è ben lungi dall’essere ancora posata e, eccezion fatta per la recinzione della vasta area, i lavori appaiono ancora al palo. Considerando che nel 2025, entrambe le strutture andranno messe alla prova con le rituali competizioni di prova, in gergo “test event”, il tempo rischia di diventare tiranno, fermo restando che, per quanto riguarda Lampugnano, le idee appaiono piuttosto confuse».

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Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Arena Santa Giulia e Palasharp di Lampugnano, un futuro tutto da scrivere 

Conclude Massimiliano Ambesi: «Alla luce della situazione, chi di dovere dovrà farsi trovare pronto nonché edotto perché, prima o poi, la stampa generalista inizierà a porre una lunga serie di interrogativi e sarà necessario fornire tutte le spiegazioni del caso. Non resta che incrociare le dita e sperare in un lieto fine». In origine il palazzetto, inaugurato nel 1986 e abbandonato definitivamente nel 2011, è stato un tempio glorioso della musica e dello sport; ora si trova nel classico limbo: il Cio, il Comitato olimpico internazionale, colui che gestisce e coordina le attività a livello internazionale, ha imposto al Comune di Milano in qualità di proprietario dell’area e alla società TicketOne-Mca Events, vincitori del bando per la realizzazione e la gestione dell’impianto, la costruzione di una seconda pista da ghiaccio, dodici spogliatoi e tre aree per l’ospitalità. Tutto questo porterebbe ad una riduzione della capienza del palazzetto dagli ipotizzati ottomila posti a cinquemila scarsi. E, dopo l’olimpiade, l’aggiunta di una seconda tribuna, con aumento dei costi di circa 10 milioni di euro complessivi, per realizzare il progetto del nuovo Palasharp così com’era inizialmente concepito. Ma chi deve sostenere tale spesa, il proprietario dell’impianto (leggi Comune di Milano) o chi ha vinto il bando (TicketOne-Mca Events)? E qui, ovviamente, manca l’accordo tra le parti. Il nodo, dunque, è economico: chi deve pagare questi costi aggiuntivi? A riguardo l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026, Andrea Varnier, ha detto: «Stiamo monitorando, abbiamo fatto le nostre richieste perché c’è un problema di accessibilità, ma fa parte del percorso di costruzione di questo grande evento». Cioè?

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