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29. 03. 2024 11:44

Quanta polemica: «Non possiamo organizzare la European League a Milano»

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Girone d’andata perfetto e ora l’organizzazione della European League 2019, la Champions League dell’hockey inline. Il Milano Quanta non sembra trovare ostacoli sul suo percorso, visto che in Serie A ha concluso al giro di boa con nove successi in altrettante gare disputate e che in Europa la Cerilh, il comitato europeo di hockey inline, ha demandato al club l’organizzazione della coppa sottolineandone le virtù organizzative e sportive.

«Siamo onorati di tutto questo – le parole del presidente Umberto eQuintavalle –, ma non siamo nella situazione di poter far svolgere l’evento a Milano. E quindi andremo a Roana».

NUOVA ARENA • Il motivo è che, mancando in città una struttura adeguata per ospitare una manifestazione del genere (servono due piste di hockey, mentre al Quanta Club ne è presente una sola) ed essendo venuta meno soprattutto la volontà, da parte delle istituzioni locali, di supportare il Milano nell’organizzazione dell’evento, la manifestazione è stata dirottata sulla città nell’altopiano di Asiago (dall’11 al 14 aprile).

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E i problemi non si fermano qui. Perché il Quanta vorrebbe costruire una struttura totalmente dedicata agli sport rotellistici, un’arena dove ospitare gare e manifestazioni di inline, artistico, velocità, rotelle ma anche convertibile in altre attività come il volley, il calcetto, tennis ed eventi.

Una struttura moderna, all’avanguardia: «La chiameremo Quanta Arena – precisa ancora Quintavalle –, una struttura con una capienza di 1.350 persone e tutti i servizi collegati. Abbiamo soldi e progetto, ma l’operazione tarda a partire. E pensare che abbiamo ottenuto un contributo a fondo perduto dal Coni di due milioni di euro; sicuramente noi porteremo a compimento il progetto, con i tempi tecnici della burocrazia milanese che sono esasperanti».

BUROCRAZIA • Nel giro di un mese il Quanta presenterà il progetto definitivo al Coni: «Da lì dovremo rivolgerci al Comune di Milano: in un contesto di non facili rapporti a livello burocratico dobbiamo pensare che, nella migliore delle ipotesi, dovremo attendere due anni e mezzo. Certo, se avessimo un dialogo politico sarebbe tutto più semplice».


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