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23. 04. 2024 09:52

Mostre a Milano: fotografie d’autore, tele, neon e installazioni

Gli eventi a Milano raccontano il superpotere della condivisione nelle relazioni

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Sentire l’altro, comprenderne gli stati d’animo, all’istante e senza parole. L’empatia è il volano di relazioni speciali e l’arte conferma. Così i ritratti (raggi x dell’anima) firmati Richard Avedon a Palazzo Reale, le opere multi slogan di Andrea Bowers: donna tra le donne, che restituisce riflessioni sul femminismo con un’intensa esposizione alla GAM. E poi le città e le Sicilie di Salvo raccolte con dedizione dal direttore della Dep Art Gallery per omaggiare, con una nuova mostra, il legame speciale intessuto negli anni con l’artista.

Codice Avedon

Sfondo chiaro (per eliminare le possibili distrazioni ed enfatizzare postura, gesti ed espressione del volto) e scatto a una distanza tanto ravvicinata da permettere al soggetto di riempire quasi l’intera inquadratura. Con questo stile Richard Avedon ha creato immagini-icona di molti famosi, tanto che, appena si entra in mostra, scatta un gioco di riconoscimento immediato. Eccolo John Ford, con benda nera su un occhio e le labbra contratte, e così Humphrey Bogart, melanconico-romantico con cravattino a pois. E poi Marylin Monroe, a occhi bassi, sospesa tra candore e tormento, un intenso Malcolm X, leggermente fuori fuoco, e Sua Santità il Dalai Lama, colto nel pieno della sua umanissima austerità.

Li guardi svettare, insieme a tanti altri, come scintille dalle pareti nella penombra delle sale e ne cogli in pieno l’emozione dell’istante in cui la macchina fece clic. Succede a Palazzo Reale con Richard Avedon: Relationships, curata da Rebecca Senf (fino al 29 gennaio). 106 immagini ripercorrono gli oltre sessant’anni di carriera del grande fotografo tra ritratti e moltissima moda: i due ambiti principali della sua ricerca.

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Le impronte indelebili lasciate nella moda sono rappresentate dai primi scatti (anteriori al 1960) di sapore cinematografico, che condensavano mini racconti di stile e divertimento, dalla produzione successiva con le top model al centro della scena e dalla corposa collaborazione con Versace. Filo rosso, le relazioni a cui allude il titolo della mostra, vissute con sapiente empatia.

Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30, giovedì fino alla 22.30
palazzorealemilano.it

foto: © The Richard Avedon Foundation

Le città e le Sicilie di Salvo

Un faccia a faccia con le città arcobaleno e le meno note mappe scaturite dall’estro colto e meticoloso di Salvo. Alla Dep Art Gallery apre oggi (fino al 28 gennaio) la mostra Salvo. Sicilie e città, curata da Gianluca Ranzi e ideata da Antonio Addamiano, gallerista-studioso, che con l’artista ha intessuto nel tempo un rapporto intenso. Dopo le tre personali precedenti (nel 2007, 2010 e 2017) questa nuova è frutto di un appassionato percorso di ricerca che la galleria porta avanti da anni sull’opera dell’artista nato a Leonforte. A metà degli anni ‘70 Salvo inizia a dipingere le Italie e le Sicilie.

Sono silhouette di mappe geografiche riempite con le lettere che compongono i nomi di grandi artisti, filosofi e scrittori italiani. Incluso il suo. La prima: una carta geografica con al centro della regione un cerchio da cui partono come raggi i nomi di grandi siciliani scritti con matite colorate. «Le altre le fece prevalentemente ad olio. Voleva opporsi al concettuale in auge in quegli anni e riconsiderare il valore della pittura», spiega Addamiano. Di sapore enigmistico, evocative di un altrove poetico, duettano in mostra con le tele dipinte dal 1983 al 2003.

Sulle pareti scorrono i celebri tagli di luce, i colori densi, i profili geometrici. Ma anche il fumo delle ciminiere, sinuoso come nuvole, e le nuvole al tramonto, come sottili rettangoli. Città con città, trattori con trattori, una fabbrica color girasole accanto a una simile. Gli stessi soggetti formano sulle pareti capitoli in sedicesimo di uno stesso racconto. Che incanta.

Dep Art Gallery
Via Comelico, 40
Da martedì a sabato, dalle 10.30 alle 19.00
depart.it

ph Fabio Mantegna courtesy Dep Art Gallery

Andrea Bowers: impegno creativo

La mostra si annuncia nell’atrio della GAM, con l’opera numero uno, prima dell’ingresso al percorso espositivo in cinque sale. È una scritta di luci neon su una spada coronata di fiori, che recita: Another Kind of Strength (un altro genere di forza) quasi un manifesto del tema prescelto. La personale di Andrea Bowers, la prima in un’istituzione italiana, e quarta edizione di Furla Series – il programma di mostre di Fondazione Furla pensato per dare valore e visibilità al contributo delle donne nella cultura contemporanea – racconta la poetica e l’impegno dell’artista e attivista americana nella lotta per la parità di genere e l’emancipazione femminile.

Da circa trent’anni la sua ricerca è focalizzata sull’uguaglianza, sui diritti della donna e dei lavoratori, su immigrazione e ambientalismo, declinati con un’ampia varietà di mezzi espressivi. Moving in Space without Asking Permission, questo il titolo dell’esposizione curata da Bruna Roccasalva (fino al 18 dicembre) è un progetto denso, che presenta l’universo creativo della Bowers attraverso i suoi diversi linguaggi.

Dal video con la Lezione di autocoscienza combattente femminista, tenuto dalla filosofa e attivista Alessandra Chiricosta, alla scultura con led intermittenti Fight like a Girl, alle maxi installazioni: nastri sulle pareti e ventagli sul pavimento con slogan di protesta, perfettamente a loro agio, quasi in dialogo, col contesto d’epoca della Galleria. Complici ritratti femminili ottocenteschi della collezione della GAM, che integrano il messaggio.

GAM – Galleria d’Arte Moderna
Via Palestro, 16
Da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.30
gam-milano.com

Courtesy of the artist and Kaufmann Repetto Milano / New York

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