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20. 04. 2024 10:16

Tancredi, rap e Milano ad Amici: «E quel consiglio di Maria…»

Tra i protagonisti della ventesima edizione del talent della De Filippi, terminato sabato scorso, spazio al futuro secondo Tancredi

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Diciannove anni, rapper e milanese. Tancredi, all’anagrafe Tancredi Cantù Rajnoldi, sta cominciando a prendere confidenza con il successo scaturito dal suo percorso ad Amici, senza che questo intacchi le idee – chiare – che ha sul suo futuro.

Scrivi da quando avevi 15 anni, hai iniziato con l’improvvisazione, il freestyle. Oggi quando conta saper scrivere bene?
«È essenziale. E, se non sei nel loop, è un po’ come se non esistessi. In questo senso, i social occupano e determinano una bella percentuale della tua immagine, di come sei percepito».

Avrai avuto modo di metabolizzare questi ultimi mesi: quali sono i ricordi, le dinamiche di Amici che pensi ti aiuteranno a crescere?
«Ho in mente ricordi all’apparenza negativi, determinanti col senno di poi: penso a tutte le volte che ho dubitato delle mie capacità, perché comunque mi sono sempre ritenuto molto sicuro, soprattutto sulla mia musica. È una delle poche cose che so fare ed è diventata la mia ragione di vita».

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Iride, il tuo Ep, era stato già lavorato prima del tuo ingresso nel talent?
«Sì, l’ho scritto interamente prima di entrare ad Amici, poi è arrivata Balla alla luna di cui, però, avevo già pronto il ritornello».

Consigli su qualche brano da chi è parte del programma?
«Qualche consiglio su Las Vegas, sì. Non riuscivo, ad esempio, a cantare live la seconda strofa. Maria mi ha detto: “Guarda che ci sono tante belle parole”. L’ho riscritta ed è andata molto bene».

Con Bella hai creato una storia per evadere dalla noia di casa. È forse uno dei pezzi più belli che hai scritto. È stato un po’ la chiave di volta per andare avanti?
«Esattamente, anche perché si tratta di un qualcosa che non avevo mai fatto. Prima ero un po’ più rap, r&b, indie, poi un mio amico mi ha definitivamente spronato. Lì ho capito che sarebbero potute cambiare un po’ le cose».

Com’è la tua Milano?
«È casa, mi fa sentire al sicuro perché conosco le strade, conosco la gente, è bello anche parlare nel contesto di una città che indubbiamente mi ha fatto crescere anche artisticamente. Respirare l’aria di Milano significa respirare anche tanta arte, tanti mondi diversi. È perfetta per i giovani. Difficilmente la lascerò».

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