Il cantautore milanese Tricarico si racconta in occasione dell’uscita di Amore dillo senza ridere ma non troppo seriamente, il suo ottavo album in studio
È un disco che rimette al centro le relazioni umane, in un momento in cui sono state messe a dura prova…
«In questi mesi abbiamo assistito alla chiusura delle scuole e dei teatri, a situazioni e comportamenti non naturali che aprono parentesi enormi sulla nostra intera esistenza. Non è che io guardi molta televisione o legga tantissimo i quotidiani ma, forse, c’è stata poca analisi a riguardo. L’energia scaturita dalle relazioni umane è fondamentale per superare qualsivoglia forma di malessere».
Ci sono artisti musicali che oggi possono essere considerati esempi di coraggio?
«Questo non è un momento coraggioso, sembra che tutti siano ancorati a un passato certo. C’è molto mestiere in ambito musicale, va avanti chi usa la strategia comunicativa più efficace, ma rischiare è un’altra cosa. In questa confusione, il vero coraggio sarebbe riuscire a fare ogni tanto un po’ di silenzio».
Come hai visto mutare Milano nel tempo?
«È sempre stata una realtà ricca di intelligenza, vicina all’Europa. Ora è apparentemente dormiente, o forse fa finta di essere svenuta, come mezzo mondo. Negli anni l’ho vista cambiare e non cambiare mai, con quella voglia di fare e di disfare, di trovare nuove soluzioni. Siamo chiusi in mezzo alle montagne, in questa Pianura Padana così vasta, un po’ lontani dal mare, proprio per questo Milano è una città piena di sognatori. E in un momento come questo c’è davvero tanto da immaginare e da ricostruire, però bisogna farlo in fretta».