Carla de Bernardi è un’affermata scrittrice. Ha al suo attivo numerosi libri, da qualche giorno è uscito Legittima Difesa, edito da Bolis Edizioni, un noir ambientato a Milano dove il commissario Virgilio Moretti deve risolvere un caso di omicidio tra intrighi e innumerevoli sospettati. Carla è anche una famosa fotografa, un’infaticabile camminatrice, ha percorso numerosi camminamenti: la Via Francigena, il Cammino di Santiago, il Cammino di Araganese e il Cammino di Assisi.
Infine, è la presidente dell’associazione Amici del Monumentale che si occupa della conservazione e della tutela dell’immenso patrimonio artistico che è all’interno del grande cimitero. Per molti anni ha curato l’immagine di molti hotel che con i suoi scatti sono stati resi ancora più affascinanti, questa passione forse nasceva dal fatto che era nata proprio in un hotel, ai tempi i genitori risedevano ad Alessandria d’Egitto presso l’Hotel Cecil che ospitò personaggi come Al Capone e Winston Churchill.
Com’è avvenuta la metamorfosi?
«E’ stato facile anche se involontario e doloroso, dopo dieci anni di lavoro molto interessanti e stimolanti è arrivata una dirigente rampante che ha usato lo spoiler system per sistemare i suoi protetti e mi ha estromesso. Per riprendermi sono partita a piedi prima per Roma sulla Via Francigena, poi per Santiago sul Cammino francese dove ho scritto il mio primo libro Contare i passi. Da allora non ho più smesso di scrivere: ora ho all’attivo due diari di viaggio, un romanzo d’amore, tre libri sul Cimitero Monumentale e quest’ultimo».
Se dovesse descrivere la sua scrittura con tre aggettivi come la definirebbe?
«Rapida, accurata, garbata. Almeno spero».
E come donna come si descriverebbe?
«Decisa, generosa, coraggiosa ma un po’ inconcludente. Sembra una contraddizione, no? Ma è così».
Legittima Difesa è la sua ultima fatica letteraria in uscita in questi giorni. Lo consiglia perché?
«Perché la storia ti “acchiappa”, e ne ho avuto conferma dai miei primi lettori, hai voglia di vedere come va a finire e perché, pur essendo un giallo, ha risvolti psicologici e direi persino filosofici. Poi c’è tanto di Montisola».
C’è anche Milano?
«Ci sono alcuni luoghi emblematici, come il Cimitero Monumentale».
Molti gli aneddoti e i riferimenti artistici e storici: necessità letteraria o passione?
«Entrambe le cose. Fin da adolescente ho amato l’arte e la cultura in generale, questo grazie alle mie insegnanti e ai miei genitori che erano persone colte, ma senza pedanteria».
L’autore e il libro che ha più amato?
«Da fanciulla sono stata “presa da incantamento” per Gide e tutti i suoi libri: da La porta stretta a Sinfonia pastorale, ma soprattutto dai Nutrimenti terrestri, che hanno spalancato una porta sull’inquietudine che poi non si è mai più richiusa, creandomi non pochi problemi esistenziali».
Chi altri?
«Ho amato molto Kafka, Schnitzler, Jane Austen, Dickinson, Tolstoj. Tra i giallisti contemporanei adoro Fred Vargas, i suoi dialoghi sono spettacolosi».
E quello che avrebbe voluto scrivere?
«La trilogia di Marsiglia di Jean-Claude Izzo, di cui in Legittima difesa riporto un breve brano: si tratta di un noir mediterraneo, una meraviglia».
Ci sarà un seguito di Legittima Difesa?
«Lo sto già scrivendo ricominciando da un colpo di scena che si verifica alla fine».
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