Prima di partire per una lunga tournée che la vedrà impegnata fino a dicembre, Irene Grandi celebra i suoi primi 25 anni di carriera concedendosi un triplo nuovo album dal titolo Grandissimo, anticipato dal singolo I passi dell’amore: al suo interno non solo cinque nuovi brani, ma anche grandi successi riproposti in chiave elettrica e con prestigiose collaborazioni.
Da dove nasce l’idea di dividere il progetto in tre capitoli?
«Ho voluto raccontarmi attraverso un percorso diverso dal solito, più simile ad un libro, con tre capitoli non solo di musica, ma anche di vita: canzoni riarrangiate in chiave elettrica, canzoni con ospiti ed inediti, tutto questo per riscrivere la mia storia».
Ci sono anche colleghe illustri ad affiancarla in questo disco.
«Avere accanto ospiti e colleghi importanti, come Stefano Bollani, Fiorella Mannoia o Loredana Bertè, significa poter dare finalmente spazio a chi ha avuto un peso specifico importante lungo la mia carriera, in tanti anni di conoscenza e di amicizia. Ho incluso anche voci per me affascinanti, come quella di Levante».
Quanto si può definire milanese Irene Grandi?
«Milano l’ho vissuta particolarmente negli anni Novanta, quando ho trovato nuove conoscenze e tanto divertimento. Ci ritorno spesso molto volentieri per scoprire le novità che ha da offrire in ristorazione, fiere e moda».
Il quartiere preferito?
«Adoro la “nuova Milano”, presentata con uno skyline dotato di un panorama mozzafiato che coniuga estetica ed evoluzione in grado di riqualificare anche zone fino a poco tempo fa periferiche, come Isola ad esempio».
Nel 2003 San Siro l’ha vista protagonista insieme a Vasco Rossi.
«Qui ho vissuto una delle esperienze più rock della mia vita. Aprire un concerto di Vasco ti porta tanta paura ed ansia, ma la forza che arriva dal pubblico è la “botta” che ti salva. Possiedo ancora oggi un suo asciugamano che custodisco gelosamente come un portafortuna».
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