Stasera Felicità, alla vigilia Siani su Sky con uno show cinematografico

Stasera Felicità
Stasera Felicità
Un vero e proprio esperimento. Un one-man-show cinematografico che colorerà la sera della vigilia di Sky e Now Tv con Alessandro Siani. Stasera Felicità, in onda dalle 21.15, fra sketch, monologhi in studio e momenti di varietà porterà sul piccolo schermo le idee e le tecniche proprie del cinema con tanti ospiti: da Diego Abatantuono ad Alessandro Cattelan, da Diletta Leotta ad Achille Lauro fino a Giorgio Panariello.

Siani, come nasce Stasera felicità?
«Nell’aria c’era quest’idea di fare un one man show, nonostante avessi altre proposte da diverse reti. Io ho proposto la mia sperimentazione. Fare questo tipo di programma su Sky era un po’ la chiusura del mio cerchio».
 
Qual è la cosa più sperimentale del programma?
«Mi sono trovato con venti minuti di cortometraggi e stiamo parlando di un’ora e mezza di programma. È un people show: ci sono tante persone, ci sono amici e c’è anche il cinema. È una cosa che non ho mai visto prima. Ho chiesto anche una scenografia in stile The Truman Show: siamo in televisione, siamo osservati, tutto si sposa con quello che sta per accadere».
 
C’è bisogno di varietà in televisione?
«Io credo che Italia’s got Talent sia un varietà, ma anche Cattelan fa bene il genere. Il mio programma no, il varietà puro non mi appartiene: sarei in difficoltà».
 
Anche perché lei è un attore…
«È una parola grossa, io ho il bisogno di scrivere le mie cose senza autori. Condivido tutto, ma la libertà preferisco sia la mia: c’è un gruppo di persone alle mie spalle, pronti ad aiutarmi o correggere quelle che sono le mie proposte».
 
E con gli ospiti?
«Ognuno scrive le sue cose, perché portano sempre il loro mondo nel programma. È un altro modo di scrittura, è un gioco diverso dove entra in scena più il regista rispetto all’autore».
 
Come si descrive?
«Sono una mina vagante. Ho la possibilità di avere un approccio con le cose serio ed equilibrato, cerco di vedere sempre le cose meravigliose negli altri. Ho la mia piccola esperienza cinematografica e ognuno ha il suo divertimento. Ho il piacere di intrattenere la gente, in modo godibile».
C’è stato un momento professionale in cui la sua felicità è venuta meno?
«Diciamo che ho nostalgia del comico, che aveva un ruolo straordinario: poteva raccontare ciò che gli altri non potevano dire, era irriverente. Oggi vai su internet e tutti dicono tutto, anche le cose impossibili, mentre il comico deve stare attento, sopratutto al linguaggio. Non ci manca la libertà, ma serve prestare più attenzione. Non dimentichiamoci che una battuta buona può anche salvare una carriera».
 
La tv si fa per soldi o per amore?
«Il lavoro si fa per passione, l’ultima cosa a cui si deve pensare quando si sperimenta sono i soldi. La sperimentazione ti porta ad ottenere delle cose, solo in quel momento si riesce a capire davvero. Si immagina la reazione del pubblico, questo è il risultato. Il mio primo film è stato Benvenuti al Sud e mi avevano proposto la classica scena dell’assegno in bianco: mi hanno chiesto una cifra. Io ho risposto che senza copioni non avrei messo la cifra. Ho scelto questo film per il 5% di quello che potevo guadagnare. Non ho accettato l’assegno in bianco perché non avevo i copioni e non avevo ancora fatto un percorso importante».
La prima soddisfazione da ricco?
«Prima entravo in un bar e mi offrivano un caffè, la volta dopo mi volevano offrire proprio il bar. C’è un approccio completamente diverso, che dipende anche dalla felicità. Oggi vedo negli occhi di mio padre la felicità, quindi per me è solo una grande soddisfazione».
 
Vive ancora a Napoli?
«Sì, oggi è meravigliosa. È una Napoli turistica, piena di gente e di movimenti. Nei quartieri spagnoli ci sono tutti questi locali che prima non c’erano: c’è un flusso meraviglioso».
 
Qual è la sua più grande vanità?
«Perdo tanto tempo a guardare i film, questa è la mia più grande vanità. Guardo i film, leggo e ascolto le storie: passioni che mi trascino sin da piccolo».